Thebes: The Tomb Raiders – l’archeologia si fa tascabile

di Federico “Kentervin”

Dopo averci fatto scavare sotto il sole cocente alla ricerca di antichi reperti in Thebes, la Queen Games ci fa rivivere quelle stesse emozioni con Thebes: The Tomb Raiders, versione di carte dell’omonimo gioco.
I giocatori si muovono da un sito archeologico ad un altro alla ricerca di antichi reperti da recuperare ed esporre nei vari musei al fine di ottenere fama e prestigio.
Come nel suo predecessore, qui tutto si paga in tempo (muoversi, scavare, eccetera) ed i giocatori dovranno gestire al meglio tale moneta, decidendo quanto tempo rimanere nei vari siti archeologici e quando dedicarsi all’allestimento delle mostre.
La plancia è stata ridotta ad un mero segnaturni attorno alla quale vanno disposte le varie carte: il mazzo è composto da 168 carte piccole, 22 carte grandi che rappresentano i permessi di scavo e 4 carte che riportano il numero di carte che si possono pescare in un sito a seconda del tempo trascorso a scavare (sostituiscono i dischi in cartoncino utilizzati in Thebes).
Sono presenti anche 4 segnalini per i giocatori e alcune carte che mostrano la distribuzione degli artefatti in ogni sito archeologico.
All’interno delle 168 carte trovano posto:

– carte artefatto in 4 colori;
– carte conoscenza (libri che danno dei bonus da utilizzare negli specifici siti);
– carte esibizione e museo (punti bonus che possono essere reclamati se si possiede la giusta combinazione di artefatti);
– carte professore (punti a fine partita se si possiede il maggior numero di libri riguardanti un certo sito);
– carte congresso (punti a fine partita a seconda del numero di carte congresso possedute);
– carte azione;

Nel proprio turno un giocatore può fare una sola azione:

– prendere una carta
– giocare una carta
– scavare

Queste azioni consumano tempo ed il giocatore dovrà muovere il proprio segnalino nel percorso indicato di tante posizioni (settimane) quanto indicato dall’azione scelta.
Quando un giocatore ha accumulato abbastanza conoscenza riguardo ad uno specifico sito (ha, cioè, un certo numero di carte conoscenza dello stesso colore), egli può decidere che è tempo di andarvi a scavare alla ricerca di antichi reperti.
Il numero di settimane spese sul sito archeologico ed il numero di carte conoscenza in nostro possesso determinano il numero di carte artefatto che è possibile pescare.
Se le carte raffigurano un artefatto, queste vengono tenute ed il giocatore guadagnerà i punti indicati a fine partita. Se le carte invece indicano solamente sabbia, queste carte vengono rimesse nella pila ed il giocatore ha sprecato il suo tempo.
Le pile dei vari siti vengono create a mano a mano che vengono pescate le varie carte artefatto; i giocatori devono quindi ponderare attentamente quand’è il momento più adatto per iniziare gli scavi.

Vi sono inoltre 5 carte azione, che possono essere attivate scartandole direttamente dalla propria mano:

General Excavation
Permette un’ulteriore fase di scavo in unno dei 4 siti disponibili

Scientist
Permette di guardare tutte le carte artefatto di uno specifico colore

Assistant
Da al giocatore un ulteriore punto conoscenza durante uno scavo

Thief
Permette di prendere una carta artefatto a caso del colore corrispondente a quello della carta Thief

Tomb Raider
Permette di prendere una carta artefatto a scelta del colore corrispondente a quello della carta Tomb Raider

Anziché prendere una carta, è possibile reclamare una carta esibizione se si possiedono gli artefatti richiesti.
Il giocatore guadagna una carta Professore non appena possiede almeno 4 carte conoscenza relative ad un particolare sito. Anche chi ha più carte conoscenza di qualsiasi tipo ne guadagna immediatamente una, ma in tal caso bisogna possederne almeno 10: inoltre, se qualcuno supera il tuo attuale valore di conoscenza, ti ruba tale carta.

Non appena la pila delle carte si esaurisce, il gioco finisce e la vittoria viene assegnata al giocatore con il maggior numero di punti, dati dalle carte artefatto, museo, esibizione, professore e congresso.
Per ogni 3 settimane spese in meno rispetto al giocatore che ne ha spese di più, viene elargito un ulteriore punto vittoria.

Il gioco si presenta molto (troppo) simile al suo predecessore, con le meccaniche di base praticamente inalterate e pochi elementi degni di nota: tutti gli elementi di Thebes sono qui riportati, tanto che è difficile dire quale dei due sia il migliore.
La mancanza di una vera e propria plancia di gioco farà storcere il naso ai più, penalizzando l’ambientazione e facendo risaltare ancora maggiormente l’astrattezza delle meccaniche, il che fa pendere l’ago della bilancia verso il suo predecessore, senza contare un’inevitabile povertà di materiali (mancano infatti i sacchetti ed i gettoni artefatto).
Il tempo di gioco ridotto (lontano comunque dai 30 minuti dichiarati) e le dimensioni contenute sono sicuramente punti a suo favore, anche se non così determinanti in fase d’acquisto.
Non si può fare a meno di rammaricarsi per quella che sembra un’occasione sprecata: la Queen Games continua con la pessima abitudine di editare giochi-cloni (vedi Alhambra, Granada e New York) senza sforzarsi troppo di innovarne il contenuto.
Così com’è Thebes – The Tomb Raiders non è altro che una versione di Thebes a cui hanno tolto componentistica senza aggiungere realmente nulla.

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