Divorziare è un gioco

di Daniel “Renberche”

Ultimamente prendono piede giochi con ambientazioni alquanto bizzarre e dopo quella sulla caccia alle balene passiamo al divorzio, precisamente sulla lotta per la divisione dei beni che ne consegue. Infatti in Divorce! The Game vincerà colui che sarà riuscito a strappare più beni all’ex coniuge, anche attraverso azioni legali, beni tra cui compaiono anche i figli, la casa, i giochi da tavolo, ecc.

Ovviamente è un gioco per 2 giocatori (anche se non è difficile immaginare la variante per la poligamia…)

L’autore del gioco è Andrew Yoon e la durata prevista si aggira sui 20 minuti (un super filler insomma).

Lo spirito è goliardico, basti vedere il metodo di selezione per il primo giocatore:

  • colui che si è separato più di recente
  • scegliere un amico comune che decida
  • chi ha più soldi in portafoglio
  • tirate un dado e andate a sorte

I componenti sono:

  • 79 carte suddivise in Collezioni, Azioni, Beni, Doni, Grandi Oggetti, Istantanee, Avvocati
  • 2 carte Bambino
  • Banconote
  • 1 d6

Il setup prevede che ogni giocatore riceva 10$, poi si mescolano tutte le carte e si prepara il mazzo di pesca.

Ogni turno è costituito da 3 semplici fasi:

  1. Dare & Avere: il giocatore di turno pesca le prime due carte dal mazzo e una la tiene per se l’altra la deve dare all’avversario. Tutte le carte possedute possono sempre essere viste dall’altroDivorce card giocatore (non ci sono segreti nel divorzio solo nel matrimonio…). Se viene pescata una carta Grande Oggetto il turno si interrompe per far seguito ad una Azione Legale dove in pratica si usano le carte Avvocato in un’asta segreta per l’acquisizione della carta.
  2. Azioni dei Legali: se un giocatore ha delle carte Avvocato può pagarne il costo indicato e applicare le azioni indicate dalle carte, che spesso puntano ad acquisire un bene o a distruggerlo.
  3. Fine Fase: una volta che il giocatore ha stabilito che il suo turno finisce si attivano le eventuali carte specifiche per la Fine Fase possedute e la palla passa all’avversario.

Un’azione aggiuntiva che si può fare in ogni momento durante il proprio turno è quella di impegnare un bene al fine di guadagnare del denaro contante.

La partita termina quando viene pescata l’ultima carta e si determina innanzitutto chi ha in custodia i due figli in base a chi ha più carte che danno bonus per quel determinato figlio (si veda la carta Pony dell’esempio), poi si fa la conta totale di tutte le carte possedute e chi avrà ottenuto il patrimonio più alto sarà il vincitore.

Il gioco è stato finanziato attraverso Kickstarter ed è disponibile la versione PNP, senza illustrazioni, su boardgamegeek; quindi se vi attira potrete scaricarlo e provarlo direttamente a casa :-)

Renberche

German per vocazione e genetica, ma amante anche dei giochi storici. Gioca a tutto ma si lamenta quando c'è un dado da tirare. Conosciuto anche come il nauta polacco, data la passione per i giochi in tema Est Europa. La mia top 3? Agricola, Twilight Struggle, Race! Formula 90. La mia bottom 3? Unlock, Avalon e Intrigue. Perché una formica come logo? Ovvio perché adoro i giochi con le formiche (e anche api, ma dovevo scegliere). Dov'è Alkyla? C'è un articolo a riguardo. Extra: divoratore di libri, fanatico di F1, socio CICAP e web master di questo sito.

4 pensieri riguardo “Divorziare è un gioco

  • 28 Novembre 2014 in 16:40
    Permalink

    Tema squallido per farci un gioco … sullo stesso piano del desolante “Squillo”. Insomma all’autore Andrew Yoon direi: “ma anche no, grazie”

  • 29 Novembre 2014 in 09:24
    Permalink

    Beh dai credo che l’ambientazione di Squillo sia peggiore di questa, alla fine rappresenta abbastanza fedelmente la realtà.

    • 29 Novembre 2014 in 17:24
      Permalink

      Effettivamente Squillo è il nadir della skifezza (come tema e pure come gioco), resta la mia opinione che temi così delicati siano inadatti per farci un gioco. Non sono un bacchettone, ma trovo davvero triste pensare che si possa giocare con argomenti tipo: affido dei figli e la fine di un amore. Poi, ovvio, ognuno fa le sue scelte e, per esempio, Squillo è un successo di vendite… Quindi ad avere torto sono io

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.