Charterstone: il city-building diventa Legacy

di Alberto “Doc” Charterstone

Contrariamente a molti che stanno impazzendo per Pandemic Legacy e ancora prima per Risk Legacy, il sottoscritto nonostante cerchi di rimanere aperto di mentalità, fatica a digerire una idea di gioco in cui gli elementi nel corso delle partite debbano essere distrutti o modificati in via permanente. Stonemaier Games però sembra aver pensato ad un sistema Legacy fatto anche per i miei gusti, annunciando la pubblicazione per il 2017 di  Charterstone. Vediamo di che si tratta.

L’ambientazione del gioco ci porta nel prospero regno di Greengully dove il Re Eterno governa da secoli sulla capitale sempre più sovraffollata. Proprio per questo motivo il sovrano ha emesso un editto per invitare i cittadini a colonizzare le vaste terre oltre i confini conosciuti. Per quanti accetteranno, il re ha inviato numerosi dei suoi esploratori nelle zone inesplorate così da individuare i luoghi migliori dove poter installare dei nuovi villaggi ed è proprio da uno di questi che i giocatori partiranno a edificare la loro colonia.

I giocatori dovranno condividere ed erigere assieme un unico villaggio che nel corso delle partite aggiungerà nuovi edifici in via permanente alla plancia di gioco e dove sarà possibile accedervi per compiere nuove azioni sia da chi l’ha costruito sia dai suoi concorrenti. Nelle prime partite i giocatori avranno a disposizione pochi lavoratori ed edifici ma con l’espandersi del villaggio non ci vorrà molto ad avere dozzine di azioni fra cui poter scegliere durante la campagna Legacy. Ad ogni nuova partita il sistema metterà a disposizione un nuovo avanzamento o una nuova regola o ancora un nuovo tipo di carta o di componente che da li in avanti sarà stabilmente in gioco. Con il proseguio delle partite il villaggio passerà da un’era ad un’altra. Gli avanzamenti proposti in ogni era saranno specifici per quel periodo temporale ma al tempo stesso scelti casualmente fra un ventaglio di possibili così che ogni copia di Charterstone avrà una sua trama unica e diversa da tutte le altre. Le ere porteranno con se anche eventi davanti ai quali i giocatori dovranno effettuare delle scelte che nel corso della campagna potranno aiutare o danneggiare lo sviluppo della colonia.
Una partita dura dai 20 ai 60 minuti e si conclude quando sono stati piazzati tutti i lavoratori di ogni giocatore. A questo punto si effettua il conto dei punti vittoria e si determina il vincitore.
Il sistema legacy di questo titolo prevede una campagna lunga ben 24 partite e consente di poter continuare a giocarvi una volta terminata. L’autore, Jamey Stegmaier, che adora questo sistema di gioco voleva creare qualcosa che acrescesse l’esperienza senza distruggere o eliminare elementi presenti e da questo è nato il progetto.

Nonostante come dicevo non apprezzi l’idea di modifiche permanenti ai giochi, trovo che Charterstone sia nel panorama Legacy una delle proposte più interessanti viste finora e che seguirò sicuramente con molta curiosità. Una campagna così lunga mi fa tranquillamente superare l’idea di modificare la plancia di gioco in maniera fissa di partita in partita e il fatto di non dover distruggere nulla mi toglie l’altro mio grosso detrattore che ho verso i titoli di questo genere. Sicuramente avremo da aspettare un po’ prima di vedere qualcosa di concreto (al momento non ho trovato altre foto se non il logo del gioco) e anche di capire meglio le meccaniche solo abbozzate nella presentazione del gioco: ad esempio mi è suonato strano che la partita termini dopo che i giocatori hanno piazzato tutti i loro lavoratori, affermazione sicuramente da approfondire e chiarire. Per questo confido che si possa avere qualche anteprima in formato prototipo ad Essen o perché no, magari già alla Indy Gencon ad agosto.

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