Apokalypsis – Recensione

| Impressioni

Apokalypsis presenta una grafica decisamente originale che mi ha affascinato molto da subito. C’è una certa cura notevole dei particolari, per esempio tutti i caduti sono raffigurati nella stessa posa ma se si guarda attentamente ogni caduto è diverso dagli altri. La scelta dei colori mi piace e mi ricorda davvero alcune vetrate gotiche, cosa ambientativamente parlando molto carina. I simboli sulle carte non sono molto leggibili, per cui, a mio parere, il titolo risulta decisamente dipendete dalla lingua. La qualità delle carte non è malvagia, ma già dalla seconda partita i bordi hanno iniziato a rovinarsi. Idea graziosa la presenza delle ali in plastica come conta azioni, ma già da metà della prima partita sembrano non solo superflui ma pure controproducenti in quanto rallentano il game play. Decisamente ingombrante da apparecchiare per un gioco di carte secondo me.

Come detto, e con mia grande soddisfazione, il titolo presenta molte informazioni storiche e culturali, e la cosa per me è decisamente un valore aggiunto importante. Se vi state chiedendo se vi sentirete angeli caduti a giocarci, la risposta è più no che sì. Ci sono molti particolari interessanti: i nomi delle anime nobili, i peccati capitali, l’orologio con le ore divorate dalla Bestia, le informazioni aggiuntive sui caduti e gli altri personaggi del libro… ma Apokalypsis di fatto è piuttosto astratto e difficilmente vi sentirete una creatura infernale ruotando una carta e raccogliendo un punto vittoria. Credo sia un limite della meccanica in sé, di certo non è un gioco narrativo o di ambientazione. Ma se penso ad altri titoli dello stesso editore, per esempio Lettere da Whitechapel, dove si ripercorre, in un modo anche piuttosto fedele, le gesta di Jack lo Squartatore, direi che siamo decisamente qualche gradino più in basso. Poi se volete giocarlo ascoltando musica metal e minacciando di mangiare l’anima degli avversari siete liberissimi di farlo.

Regole semplici spesso implica regolamento semplice, in questo caso anche scritto bene. Apprezzo tantissimo che per ogni regola sia presente un esempio, i pochi dubbi che mi ha lasciato sono stati relativi solo agli effetti combinati di alcune carte anima nobile, risolti comunque applicando un po’ di logica. Molte immagini e spiegazione dettagliata di ogni singola tipologia di carte. Infine, come detto, un compendio culturale che occupa metà delle pagine del libricino, molto chiaro e davvero piacevole da leggere.

Apokalysis - Orologio dell'ApocalisseCome avete potuto certamente notare Apokalypsis presenta una meccanica semplice ed elegante: a turno si gioca una carta, riducendo le proprie scelte per i turni successivi, questa carta dirà come muovere i personaggi e indicherà i pochi vincoli per la scelta tra le 11 azioni sul tavolo (ricordiamo che un’azione è sempre bloccata dalla Bestia inoltre alcune azioni saranno quasi certamente doppie). Ci potrebbero essere rallentamenti nei primi turni perché si dovrà leggere ogni carta e memorizzarne la posizione. Per quanto sia semplice da spiegare, non lo classifico come un filler: per prima cosa per la durata, secondo motivo anche se le regole sono semplici ad ogni turno è richiesta una certa attenzione per capire le implicazioni delle varie azioni. Non è un gioco di combo, gli effetti delle carte non si concatenano tra loro, è semplicemente una sequenza di azioni con effetti indipendenti tra loro. L’unica eccezione è quando si utilizzano effetti per rovesciare altre carte e sbloccarsi delle azioni, cosa che riesce meglio dopo i primi turni quando si inizia a ricordarsi a memoria effetti e posizioni delle carte. Tornando alla meccanica di selezione azioni, molto interessante il fatto che si abbiano 4 cavalieri e che ogni turno se ne giochi uno limitando di molto le scelte nei turni successivi, va però un po’ in contrasto con il fatto che il titolo sia prevalentemente più tattico che strategico. Questo effetto aumenta col numero di giocatori, se in 3 si può programmare qualcosa già durante il turno del giocatore precedente, da 4 in su diventa un cogliere al meglio quello che ci si trova davanti sperando nella clemenza o distrazione del giocatore precedente.  Aggiungo che la fortuna ha un forte peso, sia nelle carte rintocco e anima che si pescano, ma anche nello stato in cui troverete l’orologio dell’Apocalisse al vostro turno. Un esempio di quel che parlo può essere il fatto che il giocatore precedente sia costretto a giocare un cavaliere che scopre delle carte che vi consentono di mietere anime o pescare rintocchi e sia impossibilitato ad utilizzarle, cosa non rara. Nota finale sulla trasparenza delle informazioni, in Apkalypsis praticamente tutto è nascosto: la anime dei giocatori sono nascoste sotto la carta caduto, non si possono contare le anime sotto il Limbo e lo Scranno Celeste (salvo effetti delle carte rintocco), non si sa quanti cavalieri siano ancora in mano agli avversari o quali abbiano giocato, l’ultimo cavaliere giocato copre il precedente. Dato che molte azioni richiedono di conoscere questi dati per essere sfruttate al meglio, in particolare quello sui cavalieri in mano e giocati dagli avversari, c’è una forte componente mnemonica amplificata dal memorizzare gli effetti su ambo i lati delle ali. Per esempio, sarebbe un peccato sprecare l’occasione di far scartare un cavaliera ad un giocatore perché lo ha già giocato.

Apokalysis - Esempio di giocoIn Apokalypsis l’interazione diretta tra i giocatori è garantita ma è sbilanciata verso il giocatore successivo di turno. Questo è dovuto al fatto che le carte ali permettono di far scartare un cavaliere dell’Apocalisse al giocatore successivo e sono di fatto azioni certe e presenti sul tavolo di gioco. Ma anche i rintocchi e alcuni effetti delle anime nobili permettono di infastidire gli avversari e, in genere, consentono di scegliere l’obiettivo della propria azione. Le azioni dirette contro gli avversari in genere consistono nel rubare anime, obbligare a giocare un dato cavaliere, giocare a caso cavalieri e a far scartare precisi cavalieri, se si hanno ancora in mano. Alcuni giocatori potrebbero trovare questa interazione eccessiva, pure a me ogni tanto da un po’ noia perché se il giocatore precedente ha buona memoria ed è aggressivo potrei trovarmi a dover passare spesso. Però ho verificato che può dare luogo a battaglie molto avvincenti, come quando ci si litiga furiosamente l’anima di Noè che vale due punti (certe volte più per principio che per un effettivo valore strategico). Una nota particolare sul vizio capitale della superbia, è decisamente potentissimo perché blinda le anime del giocatore e all’inizio questa cosa non mi era piaciuta, però mi sono accorto che, salvo gruppi di gioco particolarmente placidi, è come appendersi un bersaglio dietro la schiena o incentivare gli avversari a purificare anime (per la serie “muoia Sansone con tutti i filistei”, è proprio il caso di dirlo).

Considerando che in Apokalypsis sono sempre in gioco tutte le carte ali e che in ogni partita si arriva quasi al termine del mazzo rintocchi, direi che la longevità dipende molto dai set di rintocchi. Su 4 ho avuto modo di provarne 3, Tempus fugit e Rancore svolgono egregiamente il loro lavoro: il primo è il classico mazzo introduttivo e mi dà l’impressione di accelerare un pochino la partita, il secondo garantisce bastardate tra i giocatori a non finire. Da Furia divina mi aspettavo qualcosa di un diverso, di fatto abbiamo semplicemente interagito di più con lo Scranno Celeste ma non ho percepito San Michele più difficile da battere. A mio personalissimo parere, cambiando di volta in volta i vari rintocchi, direi che potrete fare tranquillamente più di una decina di partite senza stancarvi. Vi lascio decidere se è tanto o poco.

A mio parere il vero problema di Apokalypsis. Praticamente per me è inscalabile! Col numero di giocatori aumentano i tempi morti, il gioco diventa sempre più tattico e casuale, sa fa un numero minore di turni in base al numero di giocatori e, per finire, lo scorrere del gioco finisce nel completamente caotico a causa del maggior numero di carte rintocchi giocate ed effetti di anime nobili che si accavallano tra loro. Immagino che in 4 qualcuno possa trovarlo ancora gestibile, ma per me si può giocare solo in 3.

| Conclusioni

Come detto mi sono avvicinato ad Apokalypsis per un fattore estetico, una grafica fatta a vetrate era una cosa decisamente troppo curiosa per passare oltre, inoltre ho sempre avuto una certa attrazione per l’Apocalisse, sarà l’effetto condizionamento dovuto al tema ricorrente nel cinema e nei videogiochi. Per mia fortuna la mia prima partita ad Apokalypsis è stata in 3 giocatori, altrimenti confesso che non solo non ne avrei fatte altre, ma nemmeno l’avrei finita. Provato in 4 giocatori è stata per me un’agonia. Mi sono anche chiesto se era solo una mia impressione, ma gli altri giocatori con me al tavolo, anche se qualcuno lo aveva tollerato, non avevano avuto una grande impressione. In 3 invece ammetto che gira molto bene e si gioca più che volentieri con risvolti molto interessanti. Ai gruppi a cui l’ho proposto in 3 giocatori ha avuto un buon riscontro, anche se mi sono reso conto che non a tutti piace questo stile grafico. È un acquisto di cui non mi sono pentito ma consiglio di provarlo in un numero adeguato di caduti.

Grafica davvero particolare e molto bella da vedere.

Un po’ ingombrante sul tavolo per un titolo di carte.

Regolamento chiaro e contiene una sessione che spiega bene l’ambientazione e molte note culturali, piacevole da leggere.

Interazione un po’ sbilanciata verso il giocatore di turno successivo.

Meccanica davvero elegante e semplice da assimilare ma con effetti non banali, le azioni sono tutte ben guidate dal testo sulle carte.

Pessima scalabilità. Con l’aumentare dei giocatori aumentano tantissimo tempi morti, casualità, effetto tattico e il game play tende a diventare estremamente caotico. Forse per qualcuno è sopportabile in 4, per me ci si deve fermare a 3 giocatori.

Canopus

Giocatore per passione, german di vocazione, non dico di odiare la presenza del caso nei giochi ma io e la dea bendata abbiamo rotto molto tempo fa e non siamo rimasti proprio in buoni rapporti. Divoratore di fumetti, anime, serie televisive, giochi e soprattutto buon cibo; appassionato di viaggi e buon cibo; ho una natura curiosa e sono fiero di essere un ossessivo compulsivo (ma pure un po’ convulsivo) per schematizzazioni e analisi, oltre che… un amante del buon cibo. Ok, mi piace il buon cibo! Scrivo prevalentemente recensioni e sono specialista delle moderne tecniche di management, come il pungolo elettrico, che utilizzo con i nauti. Gioco come non ci fosse un domani!

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