Bomarzo, dove son facce horrende, elefanti, leoni, orchi, draghi et maggioranze!
di Daniel “Renberche”
Nelle vicinanze di un noto borgo laziale, Viterbo, è situato un parco davvero atipico, dove in mezzo ad un paesaggio naturale, si ergono statue di mostri ed esseri sovrannaturali, di dei e animali esotici, che sbalordiscono il visitatore e rendono la visita un passaggio obbligatorio per chi pellegrina nella regione dove Enea sposò Lavinia. Il luogo è nominato Parco dei Mostri, è liberamente visitabile, e il sottoscritto vi è passato qualche anno fa e non ha dimenticato la strana atmosfera che si respira. Di certo però non aveva immaginato che un italico autore di giochi traesse un giorno ispirazione proprio da tale luogo e ne partorisse dalla mente, proprio come Zeus fece con Atena, un gioco da tavolo. Ebbene è giunta l’ora di parlare di tale gioco.
Buona lettura!
Il titolo è ovviamente Bomarzo, e non è la prima volta che se ne discute nei lidi nautici, dato che avevamo avuto il piacere di provarne una versione quasi definitiva delle meccaniche alla recente Play di Modena. L’autore è Stefano Castelli, già creatore di C.O.A.L, ed attualmente il gioco è finanziabile tramite la piattaforma Giochistarter per la casa editrice Giochix. E’ un titolo che, pur prendendo a mani basse l’ambientazione del luogo e rimarcandone l’effetto anche dal punto di vista grafico, ha una forte base german, quindi non pensate di trovar troppa fortuna nel vostro pellegrinar tra le divinità.
Numero di giocatori: 2 – 4
Durata: 45 – 60 minuti
Link alla piattaforma di finanziamento: click
Link al regolamento: click
Setup & Materiali
Nella scatola troverete un tabellone di gioco, una pedina Stagione, 4 plance Villaggio, 20 pedine azione, 20 pedine lavoratore, 20 pedine per i tracciati delle conoscenze, nei quattro colori disponibili per i giocatori (c’è il rosso!); 40 carte Sviluppo, 8 carte Divinità, un segnalino primo giocatore, 75 cubetti risorsa (30 cibo, 30 argento, 15 vino).
Nel setup un giocatore sceglie un colore e prende tutte le pedine allegate, una plancia Villaggio, dove posizionerà 5 lavoratori negli spazi iniziali (spostandone poi uno o due in avanti), due risorse, e sceglierà da quattro una carta Sviluppo. Al centro del tavolo il tabellone e tutt’attorno verranno posizionate le carte Divinità, in maniera casuale. Questo ultimo aspetto sarà molto rilevante ai fini della partita e della longevità del gioco.
Il gioco
Una partita a Bomarzo si articola lungo 8 turni di gioco, ognuno dei quali caratterizzati dalle seguenti 3 fasi azione:
- Fase Produzione: tutti i giocatori ricevono una rendita di risorse dal proprio villaggio e dalle eventuali carte Sviluppo precedentemente giocate (queste potrebbero fornire altre carte).
- Fase Azione: a partire dal primo giocatore e procedendo a turno, ognuno ha la possibilità di svolgere un’azione tra quelle previste, posizionando una propria pedina azione. L’azione principale è quella di utilizzare una divinità. Per farlo un giocatore deve soddisfare il requisito di risorse che essa richiede, dando in tributo un quantitativo di risorse pari o superiore alla quota prevista. Ogni divinità ha delle azioni specifiche che influiscono su tutti gli aspetti del gioco. Se un giocatore vuole utilizzare una divinità che è già stata evocata da un avversario dovrà versare una quantità di risorse di almeno una unità superiore per ogni risorsa; se invece siete i primi e la volete tutta per voi non dovete fare altro che ricorrere al nettare degli dei veneti: infatti se una divinità riceverà due unità di vino diventerà dormiente e non sarà possibile utilizzarla fino al turno successivo.
E’ possibile inoltre ripetere un’azione appena eseguita da un altro giocatore pagando lo stesso ammontare di risorse più due unità di vino, che andranno direttamente nella riserva. - Fase Status: prima dell’inizio del nuovo turno tutte le divinità che non sono state utilizzate vengono colpite dal muschio (si girano nel lato apposito) e richiederanno meno risorse per essere utilizzate nel turno successivo. Tutti i giocatori riprendono poi i gettoni azione utilizzati, ripuliscono le carte divinità dalle risorse, si avanza il segnalino della stagione, si passa il primo giocatore e si ricomincia dal punto 1.
Nota sulle carte Sviluppo: esse sono molto importanti nel gioco perché, oltre a fornire poteri speciali e di sviluppare il proprio villaggio, permettono di avanzare in uno dei tracciati delle culture/tecnologie del gioco. Ogni carta ha due livelli, uno base e uno avanzato.
Al termine dell’ottavo turno si procede col calcolo dei punti: oltre a quelli ottenuti per le combinazioni dei simboli sulle carte Sviluppo giocate, vi sono quelli fornite dalle divinità in base a dove sono posizionate lungo il tabellone. Infatti ognuna fornisce punti vittoria in base a chi ha la maggioranza del genere indicato ma nel quantitativo variabile in base a dove si trova la divinità.
Questo in estrema sintesi, se volete approfondire le regole trovate il link al regolamento sopra e vi consiglio il video presente sulla pagina ufficiale di Giochistarter (la cui musica di sottofondo ricorda un noto programma televisivo).
Considerazioni
A differenza della gran parte delle altre anteprime qui ho avuto l’opportunità di provare il gioco (anche se non nella sua versione definitiva) e ne ero rimasto soddisfatto. Tra i punti positivi cito la durata del gioco, che è tarata per essere rispettata e per non allungare inutilmente i tempi di gioco, l’ambientazione, che per quanto poggi su meccaniche german è resa bene e tratta di un luogo italiano che merita sicuramente di essere visitato e conosciuto, l’interazione, soprattutto indiretta e l’aspetto della longevità che sembra essere garantito dalle diverse possibili permutazioni delle carte divinità (8! mi sembra un numero discreto). Tra gli elementi che saranno invece da approfondire e che solo diverse prove sul campo potranno confermare o meno, spicca il bilanciamento tra queste, bisognerà infatti capire se ve ne sono di più forti rispetto ad altre e quanto può incidere poi la pesca delle carte Sviluppo. Di particolare rilievo il fatto che i punti non cadono a pioggia stile Feld ma vengono presi quasi col contagocce e che bisogna pianificare per bene ogni mossa a propria disposizione. Concludendo penso che Bomarzo ha le potenzialità per entrare nel panorama ludico italiano, se avrà successo o finirà nelle grinfie dell’Orco lo scopriremo nei prossimi mesi.