Vecchie e nuove piattaforme di crowdfunding: Robothlon

|Il mio parere

Ambientazione

Ho apprezzato molto lo sforzo di ambientazione tematica delle gare: sia per le discipline scelte (Lotta nell’olio esausto, Goleadrone, Tiro al rottame…), sia per il tentativo di agganciare il risultato da ottenere dal lancio dei dadi alla tipologia di disciplina richiamata.

Divertente l’idea di costruire il proprio robottino, assemblandolo con i vari pezzi di ricambio.

Grafica e componentistica

La pecca più grande riguarda la dimensione utilizzata per il carattere del player aid/regolamento che mette a dura prova noi poveri player con poche diottrie. La grafica e la realizzazione sono essenziali, coerentemente con la produzione in crowdfunding.

Regolamento

Il regolamento assolutamente da promuovere: è ricco di esempi e scritto in maniera semplice.

Meccaniche & Caso

Le meccaniche preponderanti in Robothlon sono principalmente due.

Dice rolling. Nel caso di Robothlon assistiamo ad un esempio di dice rolling: le scelte tattiche dei giocatori devono, infatti, svolgersi a monte del tiro di dadi (quale competizione-azione scelgo?) e sono determinate dalla tipologia e quantità di upgrade installati e carichi. Se si fosse trattato di dice management, invece, la scelta si sarebbe compiuta esclusivamente dopo il tiro di dadi, potendo utilizzare, più o meno utilmente, ogni risultato conseguito.

Una versione ibrida tra open e closed drafting. L’open drafting contempla la possibilità per i giocatori di selezionare delle carte (o tessere, risorse, dadi, ecc.) da un pool comune visibile a tutti, compiendo una scelta e così ostacolando gli avversari. Azul è un esempio di open drafting. Nel closed drafting, invece, avviene un processo di selezione ordinato e chiuso, di “selezione e passaggio” delle singole carta, come accade in 7 wonders, ad esempio. Nel caso di Robothlon le due meccaniche si fondono: il processo di scelta si innesta nella modalità “select and pass”, ma poi viene addolcito dalla possibilità per il giocatore di rifiutare due carte ricevute, costituendo così un pool semi-comune.

Come tutti i giochi che coinvolgono i dadi, è necessario fare i conti con una buona dose di alea. La distribuzione delle carte upgrade e la scelta oculata delle carte nella fase di drafting aiutano a mitigarla, ma il gioco è essenzialmente tattico o al massimo con una programmazione di breve periodo, dovendo – di norma – scartare tutte le carte non utilizzate alla fine del turno.

Interazione tra i giocatori

Eccettuate alcune carte Program, l’interazione è essenzialmente di tipo indiretto.

Forse avrebbe potuto essere interessante giocare con le carte target – obiettivi personali scoperti, visibili a tutti i giocatori, ma avrebbe sicuramente aumentato le cattiverie tra giocatori, allontanandosi dal target di riferimento.  Altro aspetto coerente con lo stampo family del gioco, è relativo al limite di mano, che consente di circoscrivere la scelta delle carte giocabili ogni round.

Longevità

Dal punto di vista della variabilità, le competizioni affrontabili sono sei, anche se alcune hanno obiettivi “speculari”.

Scalabilità

Il gioco funziona anche in due giocatori, ma per valorizzare al meglio la meccanica del draft “ibrido” suggerisco di giocare da tre giocatori in su.

 

Chissà quale sarà il prossimo titolo del team di sviluppo Abracadula? Cosa ne pensate delle piattaforme di crowdfunding? Avete già provato Robothlon?

Alla prossima recensione; nel frattempo, se volete, sfogliate tutte quelle presenti su gioconauta.it!

Flora

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