On the Board #64: Myth

di Luca “Maledice79” Lanara

Il gruppo di eroi è con le spalle al muro, circondato da maleodoranti insetti giganti e affamati. Alkyla usa le sue ultime carte e si getta a capofitto sul più grosso di tutti. Doc carica un altra magia, evocando gli elementi della materia. Canopus invece decide finalmente di uscire dalle ombre, per sferrare il suo attacco più potente. E io sto con il manuale di Myth in mano, cercando inutilmente di capire se posso usare quella carta senza frecce. Come andrà a finire? Buona Visione..

4 pensieri riguardo “On the Board #64: Myth

  • 13 Maggio 2015 in 17:25
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    Ciao ragazzi colgo l’occasione per ringraziarvi di tutti i video che sfornate, ahimè avete riassunto perfettamente i miei sentimenti per il gioco che ho venduto dopo poche partite per acquistare il ben più succulento mage knight, che tra l’altro ha il grosso merito di rendere molto più interessante la scelta delle giocate con l’aggiunta di una regola che a mio avviso avrebbe dovuto essere integrata in qualche modo anche in mith cioè la possibilità di giocare le carte di traverso come una specie di jolly.

    Volevo consigliarvi di provare Warhammer Diskwars se non lo avete già fatto e chiedervi cosa ne pensate di senji che vedo alle vostre spalle.
    Ottimo lavoro e continuate così che l’ hobby ha bisogno di persone come voi per crescere!

  • 22 Maggio 2015 in 18:44
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    Myth non mi ha mai convinto. L’estrema libertà mi è sempre sembrata una mancanza più che un pregio.”Vi diamo plance, miniature e regole, fateci un po’ quel che volete” sembravano dire gli autori.
    Se poi vi cimentate nel setup, scoprirete che potete mettere il tipo di mostri che volete, quanti ne volete, dove volete e sulla plancia che più vi aggrada. Moltiplicate tutte queste variabili per le quest presenti nel gioco e vi renderete conto dell’immane playtesting che ha richiesto questo gioco. Girovagando su internet troverete le carte correttive ed il regolamento aggiornato e forse comincerà a nascere in voi il dubbio che tutta questa “libertà” in realtà non sia altro che “mancato sviluppo”.
    Non bastano le buone idee (mi piace il deck personalizzato per ogni eroe ed il sistema di combattimento è carino), occorre renderle giocabili.
    Qui non c’è un master che possa mettere una toppa o raddrizzare una partita che ha preso una brutta piega. I giocatori devono conoscere i propri limiti e fare il setup di conseguenza; sbagliarlo può compromettere l’intera partita.
    Senza contare che c’è moltissima alea tra carte da pescare e dadi da tirare (e Doc ne sa qualcosa).
    I mostri poi sono sempre gli stessi e la necessità di nuove espansioni (care, così come il set base) si fa presto sentire, il che stride un po’ con un gioco che promette una longevità molto elevata.
    Consiglio quindi di provarlo prima di acquistarlo, assicurandosi di utilizzare il materiale aggiornato, il gruppo giusto e molto tempo a disposizione per impratichirsi col bilanciamento del gioco.
    Il tanto decantato “sandbox” (leggasi “vai un po’ a sentimento”) non mi entusiasma affatto, anzi, ma sicuramente lo rende differente dalla massa e potrebbe essere quello che fa al caso vostro.

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