On the Board #33: A Study in Emerald (Uno Studio in Smeraldo, prima ed.)
di Luca “Maledice79” Lanara
Si torna a parlare di tentacolo con un titolo che sulla carta promette molto bene. Un gioco di spionaggio ma sopratutto di deck bulding dove personaggi come Sherlock Holmes e un grande antico, si scontrano in una nuova epica battaglia. Scoprirete che il gioco non è proprio cosi…Buona visone
Complimenti ragazuoli, peccato per il gioco, nei primi 3 minuti sembrava anche
Interessante..
Colgo l occasione per chiedervi un consiglio, sto cercando un collaborativo a squadre o simile, che scali bene sua in 2(con moglie), che in 4.
Grazie di tutto
esagerati che l’avete pure riprovato XD dopo mezza partita già poteva essere archiviato con un tritadocumenti..
Difficile raccogliere l’unanimità dei “non mi piace”, questo gioco è riuscito proprio a prender mazzate da tutti.
Ammiro molto la vostra schiettezza.
Andrea
Ragazzi… che dire… mi piace molto Wallace, ma ostreghetta..tra tutti i bei giochi di Wallace proprio questa panzanata dovevate recensire! ahahah
Non l’avevo mai provato per ovvie ragioni e dopo il vostro prezioso consiglio ne starò ancora più lontano :)
Una partita a Tinner’s Trail era meglio ;)
grazie ragazzi!
Ragazzi mi dispiace ma tutti i commenti negativi sull’ambientazione non ci stanno per niente, avete letto il racconto da cui è tratto il gioco?
Qui l’atmosfera lovecraftiana non c’entra per niente, è tutta opera di Gaiman, che ha intessuto splendidamente un arazzo del tutto nuovo dalla base di Lovecraft e Conan Doyle.
Concordo che il gioco abbia delle meccaniche macchinose e sicuramente gli va riconosciuto il difetto di essere ingiocabile sotto i 4 giocatori, ma nel complesso devo dire che per me funziona molto bene.
In effetti quel racconto non l’ho letto, ma se vai all’ultima pagina del regolamento c’è una nota dell’autore che spiega come è nato il gioco. Lui praticamente ha letto un libro sulle rivolte in europa all’inizio del secolo scorso e voleva farci un gioco, ma dato che il tema non era commerciale ha utilizzato un’altra ambientazione, quella di Gaiman, che con il primo libro non centrava nulla. Poi i vampiri li ha messi perché vanno di moda, gli zombi per lo stesso motivo ma anche perché in un altro libro di politica internazionale l’autore parlava della zombificazione mentale del popolo. :-)
Ok, ad ognuno le sue opinioni e i suoi gusti, ma ammetterai che questa sembra un’autoconfessione del fatto che il legame tra meccaniche e ambientazione è molto labile e approssimativo.
Anch’io sono del parere che, se per apprezzare l’ambientazione di questo titolo, devo leggere il libro di Gaiman (e anche su questo continuo ad avere i miei dubbi, visto la miscellanea di argomenti che ci troviamo dentro), beh trovo A Study in Emerald quantomeno un gioco d’èlite. Purtroppo resto della mia ignoranza e del mio voto.
Uno dei giochi più belli dell’anno scorso…..