Majesty | Recensione

| Impressioni

Majesty offre sicuramente materiali di ottima qualità: carte spesse e fiche che sebbene non abbiano la stessa dimensione di Splendor, hanno la medesima robustezza e danno la stessa elevata soddisfazione nel tenerle in mano (e quella tentazione di usarle come arma da lancio, uhm…). Nel comparto grafico bisogna dire che le illustrazioni sono molto belle e che il titolo è davvero molto curato nei particolari: i cittadini in pose diverse anche se non necessario, le carte edificio che connesse formano un unico paesaggio, il sistema di scelta del primo giocatore, giusto per elencare i primi dettagli che mi vengono in mente. Per contro, bisogna ammettere che la simbologia non è sempre chiarissima e può creare qualche dubbio nelle prime partite. Per fare un esempio su tutti: ho trovato particolarmente infelice l’idea di piazzare un simbolo su ogni carta per indicare che a fine partita si deve contare il numero di edifici con almeno un personaggio sotto e moltiplicarlo per se stesso, confonde molto nelle prime partite.

Praticamente un astratto, anche se il controsenso di sfidarsi per governare un regno che di fatto non c’è mi ha fatto un po’ sorridere.

Il regolamento è mediamente molto chiaro, anche se in qualche punto, pochi a dire il vero, lascia un po’ confusi. Mi è capitato, per esempio, nel setup quando parla di carte da mettere da parte che poi in realtà vanno in cima al mazzo, io ogni tanto ho ancora la tentazione di metterle nella scatola. Deve essere una libertà di traduzione da tedesco ad inglese che purtroppo si è “riversata” nella versione italiana, perché nel regolamento tedesco la regola di preparazione è spiegata molto più chiaramente. Ottimo il compendio alle regole dove si spiega nel dettaglio ogni effetto di ogni edificio.

Majesty - Dettaglio cittàMajesty presenta delle meccaniche semplici e intuitive, ma forse pure troppo! Di fatto la vostra unica scelta strategica è scegliere un personaggio, poi il resto sono una serie di automatismi da applicare che in molti casi vi occuperanno più tempo di quello che ci avete messo ad effettuare la vostra scelta. Se pensate che comunque avrete 6 cittadini tra cui scegliere dovrete anche considerare che raramente, se non mai, le 6 carte sono tutte diverse tra loro e che sarete vincolati dal numero di meeple a vostra disposizione, che in certi casi potrebbero essere decisamente pochi. Mi è capitato di vedere giocatori restare senza meeple e poter andare a fare il caffè mentre noi svolgevamo le azioni per loro finché non capitava in mano, per effetto casuale e automatico ovviamente, qualche meeple, va bene che fa parte della stretagia di gioco infilarsi in questa situazione, ma mi sembra comunque una buona scelta di design evitarla. Il numero di meeple influisce pure sull’impatto della casualità: pochi meeple significa che dovrete sperare che vi rimanga qualcosa che vi serva e che non capiti qualcosa di utile contro di voi ai vostri avversari, per esempio soldati. Nessun meeple equivale direi ad essere in balia dei capricci del caso. Altro aspetto fondamentale è il numero di fiche: per quanto siano un punto forte di Majesty spesso vi troverete ad eseguire dei cambi per non far terminare i tagli più piccoli, al punto che scherzosamente (forse) nel mio gruppo di gioco è conosciuto come il titolo dove “si passa più tempo a cambiare i gettoni punteggio che a giocare”. La mancanza poi di gettoni di valore 5 rende i cambi particolarmente scomodi. Infine degni di nota sono gli edifici, tra la modalità A e la modalità B paradossalmente quelli della prima modalità sono mediamente più interessanti, fatta eccezione per il castello dove preferisco enormemente la modalità B, sia perché la A è decisamente troppo potente sia perché la B chiama in gioco anche il lazzaretto dando una valenza strategica pure ai cittadini deceduti (solluchero mode on).

Credo sia praticamente impossibile rubare personaggi utili agli avversari, praticamente tutto fa brodo. La vera interazione sta nel prendere soldati e guardie per attivare attacchi e sottrarre personaggi, magari nel tentativo/speranza di far giungere a fine partita gli avversari con qualche edificio senza cittadini sotto riducento il numero di punti guadagnabili. A tale proposito c’è una valenza strategica aggiuntiva nel scegliere quali cittadini piazzare per primi nella propria città, un giocatore troppo avido o poco attento potrebbe vedersi eliminare prematuramente un taverniere o un nobile, personaggi decisamente molto utili in quanto più rari. Comunque Majesty offre un buon valore di interazione che potrei definire diretta e ho visto delle partite decisamente “sanguinarie”.

Per quanto in una partita a Majesty non entrino in gioco tutte le carte cittadino, non è questo che rende il titolo particolarmente longevo. Majesty è un gioco piuttosto “flessibile”, il regolamento prevede di poter realizzare città mescolando tra loro edifici di tipo A e B, così come è possibile mescolare tra loro i mazzi cittadini di tipo 1 e 2. A tale proposito, ho provato la seconda possibilità e ne è risultata una partita in cui i soldati sono comparsi nella prima metà del gioco insieme alle carte più preziose dando luogo ad uno scontro molto “violento” ma che comunque mi è piaciuto. Direi che la longevità non è un problema, se non fosse poi limitata dalla natura stessa della meccanica come già visto e ripeterò nelle conclusioni.

Rende benissimo in qualsiasi numero di giocatori mantenendo praticamente inalterata la sensazione di gioco.

| Conclusioni

Majesty è a mio parere un ottimo filler: rapido, poco impegnativo, partite entro la durata dichiarata e con regole rapidissime da imparare. Offre un elevato valore di rigiocabilità grazie alla possibilità di mescolare tra loro carte su carte, ma frenato decisamente dalla limitata profondità strategica, anche se ammetto che questo permette di ridurre le paralisi da analisi in praticamente ogni tipo di giocatore. La motivazione dei miei alti e bassi con questo gioco? È veloce e faccio partite molto rapide e in successione, ma dopo un po’ mi annoia perché sento la limitazione di azioni che posso fare e stona decisamente con la cura nei dettagli, non solo relativi ai materiali, con cui è stato realizzato Majesty. Sia chiaro, in nessun momento Majesty promette qualcosa di più di un filler, ma scelgo una carta e quasi passo più tempo a eseguire automatismi e cambiare fiche… dopo qualche partita consecutiva da quasi l’impressione che si giochi da solo, e qualche giocatore già alla prima partita me lo ha fatto notare. Non voglio infierire, ma devo dire che ci sono state partite in cui ho avuto la sensazione di poter realizzare un software che giocasse al posto mio… e meglio di me!

Ottimi materiali e grafica molto bella. Titolo molto curato in tanti dettagli.

Nelle prime partite, in alcuni punti può causare dubbi di leggibilità.

Compendio alle regole in cui si spiegano gli effetti degli edifici chiaro e ben fatto.

È un continuo cambiare gettoni di valore diverso tra loro perché si esauriscono velocemente quelli da 1 e da 2.

Titolo molto flessibile grazie alla possibilità di mescolare tra loro edifici di tipo A e B e cittadini di tipo 1 e tipo 2. Fornisce una buona variabilità.

Scelte strategiche un po’ limitate seguite da automatismi.

Buona scalabilità.

Canopus

Giocatore per passione, german di vocazione, non dico di odiare la presenza del caso nei giochi ma io e la dea bendata abbiamo rotto molto tempo fa e non siamo rimasti proprio in buoni rapporti. Divoratore di fumetti, anime, serie televisive, giochi e soprattutto buon cibo; appassionato di viaggi e buon cibo; ho una natura curiosa e sono fiero di essere un ossessivo compulsivo (ma pure un po’ convulsivo) per schematizzazioni e analisi, oltre che… un amante del buon cibo. Ok, mi piace il buon cibo! Scrivo prevalentemente recensioni e sono specialista delle moderne tecniche di management, come il pungolo elettrico, che utilizzo con i nauti. Gioco come non ci fosse un domani!

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