Quadrati, pratici, buoni…
di Max “Luna” | Space Spin e Bandido
Recuperata sanità mentale dalla Play, e mobilità dopo i vari pasti di rito sotto Pasqua, mi accingo a regalarvi 2 cent di gioia. Due centesimi non è a caso, perchè vorrei raccontarvi di qualcosa di piccolo ed economico, 2 giochini che ho letteralmente intascato mentre seminavo le briciole di Pollicino per non perdermi tra i padiglioni a inizio mese. Ecco quindi i miei 2 tesorini trafugati: 2 percorsi per 2 esperienze di gioco che mi hanno traumatizzata quanto bastava a conquistarmi. Le righe bianche e nere su entrambe le scatole potrebbero essere una coincidenza. Potrebbero.
Space Spin | legno hi-tech
Questo era un gioco che avevo addocchiato e messo in lista consultazione prima ancora di mettere piede fuori casa. Di solito vado alla Play con totale incoscienza di ciò che potrei trovare, e mi piace vagare, perdermi e lasciarmi sorprendere. Stavolta invece almeno una piccola rotta l’avevo tracciata, ed era una rotta che puntava al cielo, nonostante la concretezza estrema dei componenti. Space Spin è un piccolo tracciato, sta dentro un cubo di legno, e racconta a modo suo di un viaggio dalla Terra a quello che potrebbe essere l’esopianeta abitabile a noi più vicino: HD 40307.
L’ambientazione non è delle più percepibili, anche perchè è difficile far collimare missioni scientifiche astronomiche con quanto di più umano e tradizionale si possa toccare: delle trottole di legno. Ma in questa contraddizione di materiali la forma emerge, delle essenziali sfere in movimento, e quelle sì, sembrano pronte a lanciarsi nello spazio. Dopo 67 tentativi sono riuscita a far partire la mia prima trottola e iniziare a giocare sul tavolo di prova del Tarlo, in fiera. La forma, per la cronaca, è stata studiata esattamente per non girare in eterno, altrimenti a finire una partita ci vogliono seriamente anni luce.
Come in un moderno gioco dell’oca ci si sposta sul tracciato, ma il numero di passi che facciamo è dettato sì dal fortuito dado, ma anche dalla nostra abilità, perchè il secondo dado indica il numero di asteroidi che troveremo lungo la strada: i nostri avversari posizionano quindi i token-ostacolo nella speranza che il nostro lancio ne faccia cadere il più possibile, per sottrarli al numero di passi che possiamo compiere. Man mano che si avanza troviamo anche altre mini sfide, da scontri diretti con le navi-trottole avversarie al tentativo di centrare più anelli di Saturno possibili in cima alla nostra sferica alleata.
Tornata a casa tutta contenta ho voluto far provare il mio cubo di legno magico anche agli altri nauti, scoprendo A. che Maledice e Ren sono skillati da schifo e non c’è gusto a giocare con loro (invidia) e B. la superficie di gioco deve essere liscia per dare il meglio, come in fiera, perchè tavoli porosi come il mio contribuiscono a rendere più stabili le trottoline e soprattutto impediscono che una volta cadute rotolino in giro in modo casuale causando il caos, che è parte integrante del gioco. Per fortuna esiste Canopus che è nato con due ferri da stiro al posto delle mani e mi da ancora soddisfazione. Se vi piacciono i giochi di destrezza e il bel suono del legno che vortica, trovate il crowdfunding QUI.
Bandido | prigioni di carta
Ancora più compatto del primo, Bandido è praticamente una scatola di fiammiferi. L’ambientazione si snoda tra intricate gallerie, scavate probabilmente con un cucchiaio, da un temibilissimo galeotto di nome Bandido. Che già detta così mi fa ridere. Comunque si tratta di uno dei tascabilissimi giochi di una casa editrice svizzera, l’Helvetiq, che mi risulta sia specializzata nel creare mattoncini come questo, tante scatolucce portatili dal costo contenuto e, se in linea con quello che ho provato, dalle idee graziose.
Il gioco è stavolta un collaborativo, da 1 a 4 giocatori, e tutto ciò di cui si compone è un tassello iniziale con 5 o 6 ingressi (diciamo la versione normale e quella un po’ più difficile) e un corposo mazzetto di carte che rappresentano varie forme, sbocchi, tunnel e vicoli ciechi indicati dalle torce dei poliziotti. Tutto ciò che bisogna fare è giocare una carta a turno e, seguendo alcune semplici regole di costruzione, cercare di chiudere ogni possibile via di fuga al gaglioffo, prima che termini il mazzo a disposizione.
E questo è ne’ più ne’ meno che il funzionamento del gioco. Aperta la scatola ero molto incuriosita dalla meccanica; intavoliamo la carta normale e iniziamo il primo giro di giostra. Maledice chiude con una specie di U due gallerie, Canopus con una torcia la seconda, e Ren e io le altre due. Fine. Resto perplessa qualche secondo. Dobbiamo aver rotto il gioco. Ma è durato talmente pochi secondi che tentiamo di ricominciare rimescolando il mazzo. La seconda partita ha finito per sconfinare il tavolo del soggiorno, con qualcosa come 18 percorsi rimasti aperti, e allora sì, ha iniziato a girare.
Ci ho già rigiocato spesso, con un numero variabile di compagni, e devo dire che nonostante il momento di dramma iniziale, dato comunque dalla pesca casuale delle carte, si è dimostrato un piacevole passatempo da una ventina di minuti. Provandolo più volte ho capito che sì, c’è una larghissima componente di alea, ma entro certi limiti si possono gestire le uscite in maniera ponderata, ad esempio cercando di far convergere tutte le strade quantomeno in una stessa direzione, o conservando determinate carte per alcune situazioni pericolose che già si sono affrontate. Tra i tanti filler ultimamente mi ha colpito per il fatto di avere un’idea molto semplice e pochi fronzoli. Anche se lo sfondo di legno in una scatola tanto minimal è un po’ una zappa sui piedi, è già uno dei miei jolly quando devo proporre un passatempo a gente random.
Ci sarebbe anche un terzo gioiellino che è stato trafugato alla Play… Un dungeon portatile, estremamente intelligente, che se non fosse per soli due giocatori avrebbe già il lasciapassare per diventare gioco dell’anno a detta di molti nauti. Ma proprio per questo lo serberemo nel suo scrigno, ancora un po’, perchè merita qualcosa più di due righe scompigliate…
E voi quali giochi adorate, che potete nascondere nel marsupio e portare con voi nei momenti di noia?