Arrivano i mostri! Le creature più ridicole di Dungeons & Dragons

di Mauro “Maurino” Ferrarini

Cosa sarebbe una avventura di Dungeons & Dragons senza i mostri? L’incontro tra gli indomiti avventurieri e creature incredibili è il cuore di qualsiasi campagna dal sapore Old School. Molti esseri fantastici si annidano nei recessi di oscuri templi in rovina, nel cuore di foreste millenarie o nascosti tra valli dimenticate di montagne inaccessibili.

Senza timore di smentita potremmo dire che un’avventura Old School senza che compaia almeno un mostro è come un cero senza stoppino: inutile.

Giganti, umanoidi malvagi, esseri fatati, demoni e angeli, bestie mitiche come le chimere e le manticore sono il sale di ogni avventura di Dungeons & Dragons. Creature mostruose pronte a ghermire incauti viaggiatori e avventurieri alle prime armi. Non solo, i mostri sono sempre stati il sale delle avventure fantastiche anche al di fuori del gioco di ruolo: nei film e nei romanzi, per esempio. Cosa sarebbe stato Il Signore degli Anelli senza gli Orchi, il Balrog e Shelob, il ragno gigante di Cirith Ungol? E sul fronte cinematografico, provate a pensare al film Gli Argonauti senza la presenza del Golem di bronzo, dell’Idra a guardia del Vello d’Oro e dei magnifici Scheletri creati dal genio di Harry Harryhausen … semplicemente non sarebbe stato neppure girato: i mostri erano i veri protagonisti del film!

Detto questo, nel corso degli anni alla TSR prima, e alla Wizards of the Coast poi, hanno pensato che ideare più mostri fosse un’idea magnifica. Nei quaranta anni di esistenza del gioco di ruolo fantasy sono stati create centinaia (se non addirittura migliaia) di mostri per Dungeons & Dragons. Praticamente un mostro per ogni situazione. E come tutte le cose, ogni tanto dalla fervida (chi ha detto “malata”?) fantasia dei designer sono state partorite bestie decisamente troppo bizzarre. In altre parole, si è sconfina nel ridicolo! Talvolta si tratta di creature volutamente buffe (penso per esempio al “Tacchino mannaro” che apparve in un’avventura ufficiale, pubblicata gratuitamente sul sito della fu Necromancer’s Games, ma altre volte si è trattato di un umorismo involontario  (a proposito, con l’uscita della quinta edizione di D&D è partito il KS Necromancer Games: Back for 5th Edition!

Nella mia esperienza di Dungeon Master ho sempre pensato che, spesso, è il modo di presentare una situazione o, in questo caso, un mostro a dare il tono dell’incontro. Anche il terribile stregone non morto per antonomasia, il Lich, può assumere un ruolo buffo, ma non banale. Il primo esempio che mi viene in mente è Shalmaneser il lich ciambellano dell’avventura Necromancer’s Court, contenuta nel boxed set Cities of Bones di Steve Kurtz, ambientata nella lontana Kadath sul continente di Zakhara. Costui, infatti, ha trascorso talmente tanto tempo nelle cripte della morta città di Ysawis che ha iniziato a soffrire di amnesia e demenza senile. Ma queste disabilità non erano fini a sé stesse e Shalmaneser è diventato un’icona per i miei giocatori, che ancora lo ricordano con un misto di ilarità e di paura (i Lich vanno sempre temuti, anche quando sono diventati dementi).

Altre volte invece, come ho detto, la comicità suscitata da un mostro non era voluta e si raggiungevano vette di umorismo involontario davvero imbarazzante. Nessun DM sano di mente avrebbe mai osato piazzare uno di questi mostri in una delle proprie avventure, temendo risate incontenibili da parte dei giocatori e la perdita dell’atmosfera attorno al tavolo di gioco.

È proprio sui mostri irrecuperabili che vorrei concentrare questo articolo. Quei mostri, cioè, che proprio non si è mai riuscito a giocare. Insomma, le creature più assurde, impresentabili o semplicemente troppo ridicole per poter essere inserite in una avventura di Dungeons & Dragons. Prima di fornirvi la mia personalissima lista di ciofeche, qualche doverosa premessa.

1. I mostri presi in considerazione sono tutti tratti da pubblicazioni ufficiali della TSR o della Wizard’s of the Coast per Dungeons & Dragons. Ho volutamente omesso di inserire mostri tratti da pubblicazioni di altri editori (per esempio i vari Creature Collection della Sword & Sorcery Studios).

2. Non sono (ancora) riuscito a inserire nessuno dei mostri della lista in alcuna delle mie avventure, ma per alcuni di essi proverò a fornire una mia idea su come poterli usare “seriamente”, ossia senza che la presenza del mostro sia esclusivamente un pretesto per ridere.

Campestri (Monstrous Compendium Annual – Vol. 1)

campestriAvevamo davvero bisogno di funghi alti dai 7,5 ai 60 cm con le fattezze di un viso umanoide sul gambo, in grado di spostarsi alla stessa velocità di un umano e con il brutto vizio di cantare in maniera sguaiata con delle vocette nasali simpatiche come un’infezione alle vie urinarie?

Lascio la risposta ai lettori.

Dimenticavo di aggiungere che il Campestri “medio” ha l’intelligenza di un gatto. E va beh!

I Campestri appaiono sul primo volume delle raccolte annuali dei mostri della TSR nel 1994 e l’unica cosa che li rende a malapena sopportabili è l’illustrazione affidata a Tony DiTerlizzi, che ne esalta l’aspetto “fatato” con espressioni a metà tra il simpatico e il beota.

Per utilizzare (o almeno provarci) queste creaturine sciocche nelle avventure, mi viene in mente che potrebbero essere stati “piantati” da un cerchio di ninfe attorno alla propria dimora, come sistema d’allarme sui generis o, in alternativa, potrebbero essere le ninfe stesse a chiedere agli avventurieri il favore di togliere di mezzo (magari senza crudeltà) una colonia di questi pestiferi funghetti canterini, messi nelle vicinanze da un mago innamorato (e respinto), desideroso di vendicarsi delle bellissime fate.

Voadkyn (Monstrous Manual)

voadkyn_giantLa migliore definizione che mi viene in mente per descrivere il gigante delle foreste è “il gigante nano dalla testa grossa”. Dalla descrizione del Voadkyn apprendiamo, infatti, che si tratta di uno “tra i giganti più piccoli (praticamente un ossimoro)”. Ma non basta: i Voadkyn sono volubili e frivoli, dalla testa sproporzionata rispetto al corpo e, giusto per non farci mancare niente, completamente glabri e senza sopracciglia.

Essendo giganti della foresta, la pelle dei Voadkyn è color terra. Spesso questi giganti indossano abiti mimetici (giocheranno a soft air nel bosco?) e non disdegnano di indossare delle fasce di cuoio che vanno dalla caviglia al ginocchio. Il trionfo del kitsch.

Che dire? Sono un grande fan dei giganti (i miei preferiti sono i giganti del gelo e quelli di collina e di montagna), ma non ho mai avuto il coraggio di fare incontrare agli avventurieri uno solo di questi bizzarri umanoidi decisamente ridicoli.

Dohwar (Spelljammer Monstrous Appendix – Vol 2)

dohwarQualche volta mi domando che sostanze abbiano assunto i designer della TSR quando inventavano i mostri. Sicuramente devono avere preso parecchia roba di pessima qualità, quando hanno partorito l’idea che si potesse incontrare, anche se solo nello spazio interstellare, un rappresentante della razza dei Dohwar.

Stiamo parlando di un basso, goffo uccello senza ali simile a un pinguino ma con un’innata propensione al commercio. L’elemento che mi ha sempre fatto ridere (risata isterica, si intende) è che il Dohwar è stato rappresentato proprio come un pinguino dotato di tracolle e borse. Mi sono sempre domandato come potesse un uccello senza appendici prensili utilizzare borse e tracolle. Misteri della fantascienza!

Anche i Dohwar, bontà loro, riconoscono di essere un pochino troppo strani, per cui spesso si nascondono sotto ampie tuniche con cappuccio “per farsi passare agli occhi della gente come persone estremamente basse”.

E se tutto questo non bastasse, apprendiamo dalla loro descrizione che i Dohwar sono pure aziendalisti. Infatti, la loro organizzazione sociale comprende i già citati “mercanti”, i “manager”, i “presidenti” e i “componenti del consiglio di amministrazione” (sic). Praticamente dei Gordon Gekko pinguini. E ho detto tutto.

Hendar (Forgotten Realms Monstrous Appendix)

hendarSempre rimanendo in tema di sostanze allucinogene e mal di pancia, è probabile che il mostro chiamato Hendar sia stato pensato dopo una notte insonne da parte del designer che aveva evidentemente mangiato un cinghiale al mascarpone la sera prima. Solo così si spiega l’aspetto dell’Hendar: “un grande verme con ali da pipistrello e la testa di cavallo”.

Per fortuna queste creature vivono solo in aree solitarie e desolate. Probabilmente uccidono facendo morire dal ridere gli sventurati che li incontrano.

L’unico modo accettabile in cui si possa pensare di inserire un Hendar nella propria campagna è quello di presentarlo come una oscena creazione di qualche pazzo stregone (ovviamente ghiotto di cinghiale al mascarpone). Il mostro potrebbe vivere attorno alla dimora del mago, magari su un pinnacolo avvolto dalle sue spire vermiformi… ma stiamo esagerando!

Spanner (Fiend Folio Appendix – MC 14)

spannerCosa c’è di spaventoso in un ponte? Bé, il classico cliché delle favole suggerisce che sotto di esso abiti un vorace troll, pronto a divorare gli incauti viaggiatori. Ma se il troll è andato in vacanza?

Niente paura, c’è lo Spanner! Ossia, il mostro del ponte è il ponte. La descrizione di questo essere chiarisce che in gioventù gli Spanner erano stati creati da non meglio precisati maghi, per essere impiegati come custodi all’ingresso delle loro torri. Ma poi si sa come vanno le cose! Ogni ponte è desideroso di vedere il mondo, incontrare gente, fare esperienze … e così gli Spanner si sono diffusi nel mondo. Mi sono sempre chiesto come si potesse muovere uno Spanner e sono giunto alla conclusione che lo dovesse fare come quei vermetti che si spostano come piccole fisarmoniche. Ma sto divagando.

Il tipico Spanner assomiglia a un ponte di pietra con tanto di muschio, decorazioni e qualsiasi elemento capace di farlo apparire come un vero e proprio manufatto umano. È talmente simile a una costruzione che solo i nani (diavoli di nani!) sono capaci di intuire che quello che stanno attraversando non è un semplice ponte, ma un essere vivente. Tutto ciò non vi sembra abbastanza sciocco?

Flail Snail (Monstrous Compendium, Greyhawk Adventures Appendix)

FLAILSNAILUn’enorme chiocciola che al posto degli occhi sopra le classiche antenne (o, meglio, in aggiunta ad essi) ha delle mazze ferrate che sibilano e fanno carne macinata degli avventurieri che la ostacolano. Basterebbe questa breve fotografia per comprendere quali sciocchezze riescono a partorire le menti di alcuni designer. Ma, naturalmente, perché l’opera sia completa non si può tacere del fatto che il guscio di questo mostro assume colorazioni blu, rosse, verdi o gialle al neon … Sì, avete capito bene. Hanno il corpo luminescente come l’insegna del Mc Donald’s.

Di tanti mostri bizzarri (e sto usando un eufemismo) la Snail Flail, che si potrebbe tradurre in italiano all’incirca come Chiocciola Mazzafrusto, è stata quella che più di altri ha rischiato di finire in qualche mia avventura, soprattutto quelle ambientate nel Buio Profondo dove un essere del genere, per di più luminescente, potrebbe anche essere credibile… Solo che le mazze ferrate sulla capoccia di una chiocciola gigante mi hanno sempre fatto desistere dai miei propositi.

Sheet Phantom (Fiend Folio)

sheet_phantomI fantasmi della tradizione vanno in giro per castelli infestati rumoreggiando con le catene e avvolti da un lenzuolo. Ecco, lo sheet phantom è il lenzuolo e uccidendo le sue vittime, le tramuta in sheet ghoul.

Questo mostro è abbastanza ridicolo. Ma se ne traduciamo il nome con un più evocativo Sudario spettrale (anziché di semplice Lenzuolo fantasma), ecco che già potrebbe essere più interessante: le sue vittime, di conseguenza, si dovrebbero chiamare come Ghoul del sudario, appellativo decisamente terrorizzante. Qui si aprirebbe un altro capitolo: l’importanza di una traduzione adatta, ma esulerebbe dallo scopo dell’articolo.

Fatto sta che l’ho sempre tradotto inizialmente come lenzuolo fantasma e il pensiero di un copriletto Bassetti demoniaco (magari con dei gattini come decorazione) mi ha finora fatto desistere dall’inserire questo mostro nelle mie avventure.

Giant hamster, space (Spelljammer Monstrous Appendix – Vol 1)

hamster_giantIl criceto gigante dello spazio è un classico esempio dell’umorismo dei designer della TSR. È evidente, infatti, che questa creatura non possa essere inserita in un’avventura se non per rappresentare un momento di ilarità nel corso di un’avventura. Già il concetto di criceto gigante è abbastanza buffo, ma pure spaziale!

Ovviamente appaiono come dei teneri criceti dalle dimensioni di un orso e sono comuni nelle colonie degli gnomi di Krynn (sia gnomoi che minoi, si premura di specificare il manuale)

La bizzarria di questo mostro poi si perfeziona se andiamo a spulciare le sue c.d. varianti, indicate nel paragrafo apposito. Ecco allora che troviamo il criceto gigante spaziale dai denti a sciabola, il criceto gigante spaziale in miniatura, peraltro indistinguibile da un normalissimo criceto, il terrificante criceto gigante spaziale a due teste bombardiere (two-headed lernean bombardier giant space hamster) e il mio preferito: il Tirannicetus Rex (Tyrannohamsterus Rex).

Ecco qui. Questa è la mia lista di mostri mai finiti in un’avventura perché troppo assurdi, sciocchi o inutili. In realtà ce ne sarebbero moltissimo altri, ma questo articolo diventerebbe davvero troppo lungo. Ora sta ai lettori, se ne avranno voglia, commentare la mia lista e proporre la loro!

5 pensieri riguardo “Arrivano i mostri! Le creature più ridicole di Dungeons & Dragons

  • 21 Gennaio 2015 in 16:57
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    Da applausi però l’omaggio a Boo, il criceto spaziale gigante in miniatura del ranger Minsc nel mitico videogame Baldur’s Gate.
    Gli altri osceni, ma il criceto… quanti ricordi…

    • 18 Febbraio 2015 in 21:18
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      Ciao Maurino,

      mi sono divertito un sacco a leggere il tuo articolo, ma prima di risponderti sono dovuto tornare indietro con la memoria…
      Ci ho messo un po’, vista anche l’età che avanza, ma alla fine qualcosa dal cilindro te lo riesco a tirar fuori.

      Ocheti pocheti, pocheti po’…ecco che dal lontano Gennaio ’98 riappare Dragon 243 che proponeva a pagina 75 gli incroci magici! Quindi il buon Johnathan M. Richards ci riempie diverse paginette con: l’Armadillefante, la Tartabellula, il gatto dei fossi (o tritogatto),il cavalragno, lo scorpioncane e, venghino venghino siori, il mitico, che dico, mitologico coniglapero (duckbunny in inglese) di cui, veramente, non ti puoi perdere l’immagine.

      E per la tua gioia ti elenco anche le caratteristiche: Int (1), hp 1-3, ThAC0 20, Att #1, Dmg Nil, Special Att: se ti colpisce, devi tirare sorpresa perchè non ti aspetti di essere così imbambito da farti umiliare pure dal papero con le orecchie. Cmq se il conigliapero colpisce, oltre a non farti danno, fugge.

      Sfido qualcuno ad usarlo nelle sue campagne.

      Ah, scusa, se lo fai in umido ti da 7 PX, forse un’utilità ce l’ha allora!

      Buona serata.

      • 19 Febbraio 2015 in 13:26
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        Ciao Mattia, grazie per avere ricordato le strabilianti opere di J. M. Richards … credo di avere ancora in soffitta quel numero di Dragon … che ho cercato di nascondere per paura che saltassero fuori Tartabellule giustamente incavolate dal trattamento cui le avevo sottoposte ^__^
        Anche nel caso di questi incroci che hai rispolverato, emerge l’ironia dei designer della TSR/WotC. Non penso proprio (almeno lo spero) che davvero credesse che qualcuno avrebbe potuto utilizzare quelle creazioni per un’avventura.
        Ancora grazie per il tuo commento e alla prossima!

        PS a proposito di ironia degli autori di Dungeons & Dragons … quanto hanno letto il disclaimer che si trova stampato sulla prima pagina dei nuovi manuali della Quinta Edizione? Sono spassosissmi (almeno per me)

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