Orbital: Deep Space #GDR 🖖


di “riivaa” | La libreria mobile di mezzanotte #41 | Orbital

Oggi attracchiamo su Orbital di Jack Harrison. Un titolo che viene dall’indie-che-più-indie non si può, nascendo come una zine autoprodotta di circa ventotto pagine. Ma che finisce per crescere di massa, attirando attorno attorno a se una serie di altri giochi  Satellite games giocabili epistolarmente o in solitario. Ma la gravità non conosce sonno, né stanchezza e così i localizzatori italiani (quei bravi ragazzi della Dreamlord press)  decidono di presentarlo alla Modena Play di quest’anno in una edizione di lusso, corredata di scatola!

Il fatto che una casa editrice italiana decida di localizzare un gioco di ruolo narrativo, autoprodotto, il cui manuale non arriva a trenta pagine in formato A5 dovrebbe farci riflettere. Io credo che denoti come il gioco di ruolo in Italia sia diventato progressivamente più curioso e intraprendente negli anni e abbia voglia di esplorare i confini più estremi del suo universo ludico. Per farlo non credo ci sia mezzo migliore di un titolo come Orbital. Un gioco che degli stereotipi del GDR conserva praticamente solo lo spirito. Di certo non ha l’ambientazione, optando per una Space Opera lontana dal classico Sword and Sorcery. E tantomeno nelle meccaniche, in quanto il gioco è dice-less, master-less e stat-less.

Ma allora cosa ci rimane del buon vecchio ruolare? Se togliamo i critici, i mostri, le magie, i modificatori, il levellare… Ci sarà abbastanza “storia” in queste ventotto pagine? O abbiamo attraversato lo specchio e siamo entrati nella zona plaid del GDR-less?

Secondo me la risposta a entrambe le domande è si, tanto quanto il senso della vita sia 42.

Scoprite con me come mai, sfogliando Orbital in questa puntata della Libreria mobile di Mezzanotte…

 

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