Abyss – Recensione

di Daniele “ditadinchiostro” Ursini

Non c’è aria quaggiù. E non c’è luce. Si ferma centinaia di metri più in alto la luce, mentre l’aria si mescola all’acqua. E’ da lì che respiro, dall’acqua. Respiro a fatica, lentamente, senza sentirmi bagnato, spaventato. Piuttosto eccitato, una sensazione che sale dalla pancia, che non controllo, che non capisco. So di volerlo però, so di voler vivere qui, nelle profondità degli abissi e so di voler diventare Re di questo mondo. La brama di potere mi esplode nel petto, il trono, lo scettro, sono nato per questo. Comanderò sulle acque, sui pesci, su ogni creatura che popola i fondali. La vita di prima non esiste, non la ricordo, non esiste. E’ qui che vivo ed è questo che voglio: diventare Re. Vincerò sugli altri pretendenti, distruggerò chiunque si metta sulla mia strada. Privo di scrupoli, disposto a usare tutti i miei averi, le mie conoscenze, tutti i trucchi che conosco. Mi alleerò con le creature più infide, corromperò i membri del consiglio, recluterò soldati per attaccare i miei avversari. Nulla mi fermerà. Finché ogni creatura degli abissi non s’inchinerà al mio cospetto nulla mi fermerà. Porterò finalmente la luce quaggiù, la luce del mio Regno.

componenti abyssAbyss, il nuovo gioco Asterion è ambientazione. Tutto in questo titolo è studiato per stupire con effetti speciali e portare l’ambientazione al di fuori del cartone. I disegni curatissimi ed evocativi di Xavier Collette, la scelta di non inserire nessuna dicitura sul fronte della scatola, le cinque cover diverse disponibili, le carte senza bordi, le perle e le conchiglie in plastica per contenerle. Si son volute usare tutte le possibilità concesse dalla grafica per far sentire il giocatore davvero immerso nel mondo sottomarino. E sperare che, con l’acqua a schermare agli occhi, fosse più difficile accorgersi della scarsità di contenuti.

Abyss è un gioco pensato per famiglie o giocatori alle prime esperienze e come tale va valutato. Inutile pertanto puntare il dito sulle meccaniche semplici o sull’eccessivo peso della fortuna, queste sono caratteristiche del genere, non difetti. Abyss sa farsi giocare piacevolmente e richiede pochi minuti per imparare le regole, aspetti fondamentali per un titolo della sua categoria. Quello che purtroppo gli manca è la capacità di fornire un motivo valido per essere giocato più di una volta.

carte abyssIl gioco è incentrato sull’acquisto dei Nobili, i quali forniscono punti, attivano ognuno un effetto particolare, permettono di conquistare territori (altri punti per specifiche condizioni) e determinano la fine della partita. Il resto è un modo come un altro per ottenere i Nobili. L’acquisto viene effettuato tramite carte alleato di colori diversi e ogni nobile indica le caratteristiche del set necessario per reclutarlo. Le carte si ottengono tramite un’asta incentrata sul concetto strategico: “meglio un uovo oggi o una gallina domani?” Le variabili sono: colore dell’alleato, valore e possibilità di pescare mostri che forniscono ricompense, anch’esse soggette alla stessa domanda di fondo. Ciò che non si compra si scarta e prendere gli scarti è l’altra azione disponibile per ottenere alleati. Tra queste possibilità i giocatori devono scegliere un’unica azione per turno.

Ci sono poi una serie di regolette sugli alleati e sulle perle (la moneta degli abissi) che dalla lettura del regolamento sembrano dare profondità al titolo. Giocando invece si avverte come si tratti di sottomeccaniche artificiose inserite per legare tra loro i diversi momenti del gioco. E’ evidente che di lavoro ce ne sia stato da parte di Bruno Cathala (autore dai gloriosi trascorsi), tutte le meccaniche evidenziano una logica conseguenzialità allo scopo di ottenere più punti possibile. Eppure il risultato è tanto efficace quanto finto. Tenere l’alleato del valore più basso corrompendo un nobile e il minore di ogni razza al termine della partita per poi metterli insieme e prendere i punti dal migliore di ogni colore, non ha appigli strategici né di ambientazione. E’ un modo inelegante di amalgamare un sistema che altrimenti non avrebbe funzionato.

tabellone abyssNel tripudio di materiale all’interno della splendida scatola sono poi presenti delle chiavi di cartone, molti tasselli territorio tutti diversi tra loro, splendidamente illustrati e ostentatamente grandi oltre al tracciato delle ricompense per aver sconfitto il mostro. Si tratta di materiale (e relative meccaniche per gestirlo) avulso dal gioco che serve per rimpolpare una base troppo scarna. Sovrastrutture utili a impressionare sguardi superficiali ma che alla prova pratica non aggiungono nessuna vera scelta al sistema di base.

Abyss non è un brutto gioco né un bel gioco, è un gioco che fa il suo mestiere. Il mestiere di attirare una famiglia incontrata per caso e aprire loro un oblò sul mondo dei giochi da tavolo. Abyss rientra nella nuova generazione di family games che punta su grafica e materiali sempre più stupefacenti per contrastare l’enorme potere seduttivo dei monitor. Un filone in continua espansione grazie soprattutto all’impegno di editori e autori francesi, particolarmente sensibili ai giochi sviluppati al contrario, partendo da ciò che vende piuttosto che da ciò che diverte. Dove gli occhi di un giocatore in attesa dell’erede di Ticket To Ride vedono l’ennesima occasione persa, gli occhiali di chi ha l’intento di allargare la propria utenza brillano pregustando l’ennesimo successo commerciale.

terreni abyssTokaido o Takenoko, per rimanere nell’ambito di prodotti marchiati Asterion, sono titoli non migliori né peggiori di Abyss. Si può preferire l’uno o l’altro ma i pregi e i difetti restano gli stessi. Tra i difetti una lunghezza eccessiva (e per Abyss ben al di sopra dei 45 minuti indicati), impossibilità di pianificare a qualsiasi livello, scelte spesso obbligate e una buona dose di monotonia. Ma i difetti non contano, Abyss venderà bene come hanno fatto i suoi predecessori perché il vestito che gli è stato cucito addosso gli cade a pennello, è perfetto, adatto all’occasione e tanto basta. Almeno per i primi appuntamenti, fintanto che i vestiti restano indosso.

Quando si ha tra le mani una scatola di Abyss bisogna smettere di essere recensori, critici o anche solo attenti. Bisogna smettere di chiedere troppo e giocare nello stesso modo in cui è stata scritta la prima parte di questo articolo. Lasciarsi andare, chiudere gli occhi, prendere un profondo respiro e finalmente immergersi, inabissarsi. Il resto verrà. Il resto verrà.

Non c’è aria quaggiù. E non c’è luce. Si ferma centinaia di metri più in alto la luce…

15 pensieri riguardo “Abyss – Recensione

  • 20 Ottobre 2014 in 09:02
    Permalink

    Io non sarei così cattivo con Abyss!
    In pratica, si deve riuscire a fare il massimo con quanto messo a disposizione dal caso, e già questo di per sé lo rende un gioco non banale, perché se si vuole giocare bene c’è da pensare (conviene esplorare? Conviene reclutare? Conviene raggiungere 3 chiavi e, quindi, controllare un Territorio ma perdere il potere di 3 Nobili? Conviene reclutare in Alleati o perle?)
    Io lo vedo così: è come un gioco di combo di carte con poteri (perché, di fatto, non solo i Nobili ma anche i Territori sono carte con poteri) in cui la “mano” è la stessa per tutti. E non essendo un deckbuilding le carte sono, chiaramente, scelte a caso.
    Io sono riuscito a fare belle combinazioni che mi hanno dato una certa soddisfazione, e non è poco (considerando che il mio gioco preferito è Seasons!).
    In più, nonostante non ci siano effettivamente appigli di ambientazione, trovo invece che ci sia molta strategia nella gestione degli Alleati, per fare in modo da trovarsi, alla fine del gioco, ad aver affiliato sia quelli più forti sia quelli utili ad attivare i moltiplicatori dei Territori.
    In questo senso, acquistano un enorme valore le perle, che possono essere usate per compensare i punti mancanti (ad es. se devo reclutare un Nobile da 8 usando una sola razza, piuttosto che usare una carta da 5 e una da 3, e quindi affiliare quella da 3, uso 3 perle in modo da affiliare quella da 5).
    Insomma, è un paradosso ma i materiali e le illustrazioni non lo aiutano: lo fanno apparire più di quello che realmente è, con il rischio di rimanere delusi. Eppure, a mio parere, il gioco è anche molto di più di quello che sembra durante la prima/le prima partite.
    Vi consiglio di giocarlo di più!

  • 20 Ottobre 2014 in 09:16
    Permalink

    in effetti il gioco è proprio quello che viene detto nell’articolo: visivamente stupendo, giocosamente basilare … nulla più.
    la “genialità” (per il tipo di gioco) di un TTR è ancora di la da venire ….

    ottima recensione :-)

  • 20 Ottobre 2014 in 09:43
    Permalink

    Gioco che ti attrae con i suoi uomini pesce magistralmente illustrati, la sua copertina affascinante e le perle perfettamente legate all’ambientazione, con tanto di porta perle a forma di ostrica.
    Giocandolo ti accorgi che è tutto li.
    Un giocatore alle prime armi potrebbe avere un esperienza di gioco coinvolgente, uno navigato guarda e passa oltre.

    • 20 Ottobre 2014 in 10:23
      Permalink

      Ti dirò: io non sono un giocatore alle prime armi e credo che ci sia di peggio di Abyss in giro. Non è un “giocone” ma lo considero comunque più di un “giochino”. E’ un filler che, se giocato con meno distacco, dà qualcosa in più.

  • 20 Ottobre 2014 in 16:02
    Permalink

    Sinceramente, io lo ho preso soprattutto per la grafica, avendolo provato ci si rende benissimo conto che profondità strategica/ tattica ne ha di più Citadel per intenderci… ma ho convinto molte persone restie a “giocare da tavolo” a provarlo.
    A me piace anche se non è un brain burner, mi piace per la sua capacità di attrarre neofiti. Per partite impegnative sicuramente mi rivolgo altrove, ma Abyss lo ritengo un buon gateway.

    Difetto maggiore: se non imbustate scordatevi di giocare dopo 3 volte…v.v”’

  • 20 Ottobre 2014 in 19:07
    Permalink

    Intanto grazie a Marco per i complimenti.

    Riguardo le osservazioni di Armint invece la prima cosa da dire per non confondere i lettori è che Abyss non è un filler, in quanto la durata superiore all’ora non permette di catalogarlo in quella categoria e valutarlo come tale. Per il resto se Abyss piace io sono contento, sono contento ogni volta che un gioco da tavolo fa divertire qualcuno. In veste di recensore però cerco di essere analitico e dico che secondo me le scelte che propone Abyss sono tali solo all’apparenza. In realtà c’è sempre una strada talmente più conveniente delle altre da diventare obbligata. Poi avere pareri diversi non solo è lecito ma anche auspicabile per un confronto costruttivo.

    Jasper92 sono convinto che Abyss si rivelerà perfetto per la tua missione di attrarre neofiti: in bocca al lupo!

  • 3 Novembre 2014 in 12:24
    Permalink

    Io l’ho preso per la grafica e perché immaginavo fosse un gateway.
    Non l’ho ancora giocato, ma credo che sia il gioco su cui ho letto e di cui ho sentito parlare di più nel 2014! :-D
    Di sicuro genera un dibattito non indifferente, quindi sono curioso sempre di più di giocarlo!

  • 3 Novembre 2014 in 13:38
    Permalink

    Ciao Francesco, credo che come gateway Abyss ti darà soddisfazioni. A questo punto, dopo che lo avrai giocato, torna a dirci cosa te ne pare :)

    • 26 Novembre 2014 in 10:48
      Permalink

      Eccomi! Come promesso ritorno per il mio parere da due soldi e devo dire che: giocare ad Abyss mi diverte. E ha divertito anche gli altri. Detto questo che può sembrare banale, ma non lo è, perché è il fine ultimo di ogni gioco, c’è un pò di sensazione di incompleto per qualche cosa, ma la grafica e lo svolgimento della partita te lo fa presto dimenticare.
      Poi c’è una aspetto delle meccaniche che mi piace un sacco: le tue azione sono sempre da considerare in base a quello che lasci agli altri. Ovvero per beneficiare tu di una condizione di gioco favorevole devi cedere qualcosa e devi stare attento a come lo fai: girare troppe carte durante l’esplorazione favorisce poi l’azione del congresso, far progredire il tracciato del mostro (a beneficio del prossimo mostro) o “accontentarsi” di combatterlo, pescare più territori per avere più scelta ma di conseguenza favorire chi ne va ad occupare un altro in seguito… trovo queste meccaniche davvero belle.
      Quindi ….promosso!

  • 4 Novembre 2014 in 11:15
    Permalink

    Io devo dire che invece mi sta piacendo molto. E’ ovvio che ogni gioco vada contestualizzato a quello che è. Se paragoniamo in ambito cinematografico la cosa sarebbe come mettere a paragone Indipendence day con 2001 Odissea nello spazio. Sono due target diversi. E così, tenendolo nell’ottica di un gioco più leggero e più veloce a me non delude. Anzi. La strategia c’è. Bisogna scegliere bene l’azione da compiere, quale nobile assoldare, quale luogo conquistare e quindi come accumulare punti per la vittoria. Se combattere o no i mostri facendo scendere o salire il livello di premi, rischiando che li prenda l’avversario. Il tutto con uno startup velocissimo e con una grafica che appaga gli occhi. Non si può improvvisare al volo una partita a terra Mystica di ritorno dal lavoro prima di cena, ma ad Abyss si ;)

  • 2 Giugno 2015 in 22:22
    Permalink

    si ma takenoko è carino dai, son giochi da fare quando non di vuol star li a pensare troppo o con gruppi di persone poco avvezze.

  • 3 Giugno 2015 in 17:24
    Permalink

    Ciao Domenico, si Takenoko è carino e per me è il migliore della triade che cito nell’articolo (Takenoko, Tokaido e Abyss). Sicuramente è un gioco piacevole e leggero ma, così come Abyss, perde molto del suo appeal se giocato in 4 giocatori, allungandosi ben oltre quanto suggerirebbe l’esperienza di gioco. Soprattutto in due invece risultano entrambi validi per una partita spensierata. Poi naturalmente ci sono i gusti personali nei confronti dei quali ogni analisi tecnica lascia il tempo che trova :)

  • 14 Gennaio 2018 in 18:41
    Permalink

    Un gran bel gioco ma regole poco chiare! ad esempio quando si chiede l’aiuto del consiglio c’è chi dice che vanno prese tutte le carte di quella singola razza e poi vengono usate per reclutare un nobile e scartate mantenendo le altre nella propria mano? c’è chi dice invece ne ne va pescata una la più conveniente e riposte nella pila le altre boh! secondo la pila degli scarti quando si combatte il mostro o si recluta il nobile è un’altra a parte rispetto il consiglio? le carte territori dovevano esser descritte e spiegate meglio. Se qualcuno può fornirmi chiarimenti in merito o un regolamento chiaro ne sarei grato.

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.