Hamsterbacke: criceti per tutti

di Walter “Plautus” Nuccio

Per la serie “semplici ed eleganti”, questa volta è il turno di un gioco italiano. Con un mazzo di carte, tre sole azioni e una manciata di…simpatici criceti, l’autore Francesco Berardi ha confezionato Hamsterbacke (ed. Amigo), un titolo che per l’immediatezza delle regole e la piacevolezza dell’esperienza di gioco si rivolge certamente ad un pubblico familiare, ma che ha sufficienti elementi d’interesse da risultare divertente anche per i giocatori più esigenti.

Le Regole in breve
Le carte hanno valori da 1 a 4 (quelle di valore 1-3 sono presenti in due colori diversi) e raffigurano dei buffi criceti, il cui scopo è semplicemente quello di vivacizzare un po’ i toni di questo gioco (che rimane fondamentalmente un astratto). L’obiettivo è comporre set di carte uguali, in modo che ciascun set sia formato da tante carte quant’è il numero indicato su di esse. Ad esempio, un set valido è quello costituito esattamente da tre “3” di colore arancione.

pic2218950A terra sono presenti 8 file di carte di lunghezza variabile, disposte in cerchio. Tre sono le azioni possibili: raccogliere una fila di carte, calare dalla mano un set, che verrà posto a faccia in su al di sopra dei precedenti in una pila unica (detta pila di blocco), e infine capovolgere la pila di blocco, aggiungendo tutte le carte di cui è formata ad una seconda pila: quella del punteggio. A fine partita le carte nella pila del punteggio varranno 1 punto ciascuna, quelle nella pila di blocco non daranno punti, mentre quelle rimaste in mano daranno ognuna 1 punto negativo.

Difficoltà di design
A dispetto della semplicità, ci sono diversi aspetti critici che il designer deve affrontare quando progetta un gioco di questo tipo. Primo tra tutti: assicurare che lo stato del gioco sia sufficientemente vario da garantire situazioni e scelte sempre differenti. La tecnica che l’autore ha usato in questo caso è un tipico pattern di design che consiste nel variare la dimensione delle file di carte: ogni volta che un giocatore ne prende una, tre nuove carte vengono aggiunte a partire dalla fila appena svuotata, procedendo in senso orario.

pic2452693La seconda difficoltà consiste nel garantire un buon grado di interazione tra i giocatori, un fattore praticamente indispensabile in un gioco che, come questo, è rivolto principalmente a giocatori occasionali. Una prima semplice regola obbliga ciascuno a tener d’occhio gli altri partecipanti: il giocatore non può calare un set dalla propria mano se ce n’è uno identico visibile in cima ad una pila avversaria. Se questo primo accorgimento crea solo un lieve infastidirsi reciproco tra i giocatori, ben più “cattiva” è la regola che segue: quando un giocatore gira la sua pila di blocco, ruba immediatamente delle carte dall’avversario che in quel momento ne ha in mano il maggior numero; il numero di carte ottenuto è pari al valore del set in cima alla pila capovolta (es. se in cima c’è il set di 3 arancioni, il giocatore ottiene 3 carte dall’avversario che ne ha di più). Come accade in tutte le meccaniche eleganti, anche questa assolve a più di un compito: non soltanto crea interazione, ma disincentiva anche l’accumulo eccessivo di carte in mano, contribuendo inoltre a creare un discreto grado di tensione.

L’ultimo problema che il designer si deve porre è quello di fornire al giocatore dei mezzi per ottimizzare la propria giocata, in modo che una condotta di gioco più precisa assicuri al giocatore esperto un certo distacco rispetto al novizio. Ci sono in Hamsterbacke diversi elementi che contribuiscono a creare queste opportunità. Ciascuna delle tre azioni, infatti, può essere eseguita in modo più o meno efficiente. La prima azione, cioè la presa di una fila, è generalmente più conveniente quando permette di acquisire molte carte in una sola volta (ma la scelta non è poi così banale dato che occorre anche tener conto del valore e del colore delle carte al fine di completare i set). Nella seconda azione, la calata dei set, l’opportunità di ottimizzazione è data dalla possibilità di calare più set identici in un’unica mossa. Infine l’azione del girare la pila di blocco può essere ottimizzata semplicemente eseguendola poche volte in partita; al limite è addirittura possibile accumulare set per l’intera partita e capovolgerli tutti in un’unica mossa finale.

pic2254209Dinamiche
E’ sempre una bella sfida cercare di far emergere dinamiche interessanti dall’interazione di pochi elementi. Francesco Berardi ci riesce anche grazie ad un semplice espediente: le azioni possibili sono tre, ma le mosse di cui ciascun giocatore dispone al proprio turno sono soltanto due, il che obbliga talvolta a difficili compromessi. Se il giocatore prende due file di carte, non potrà calare alcun set, e si ritroverà con una mano ampia e col rischio di cedere molte delle sue carte agli avversari, che probabilmente ne approfitteranno per capovolgere la propria pila di blocco. Se il giocatore prende una fila con una mossa e ne usa un’altra per calare un set, dovrà probabilmente lasciare a terra delle carte interessanti. Infine, particolarmente spiazzante, anche perché piuttosto rara, è la sequenza di mosse “calo un set e giro la pila di blocco”, cosa che mira a cogliere gli avversari di sorpresa sottraendo carte al “più ricco”. La scelta dei tempi giusti per ciascuna azione, quindi, gioca un ruolo fondamentale.

Particolarmente critica e tesa, infine, è la dinamica del finale di partita. Questa termina in modo improvviso, in un momento successivo all’esaurimento del mazzo di pesca, non appena un giocatore lascia a terra tre sole file di carte. E’ necessario fare grande attenzione per non correre il rischio di rimanere con molte carte in mano (tutte penalità) e di non fare in tempo a capovolgere la pila di blocco, unica opportunità di trasformare le carte acquisite in punti.

Conclusioni
Hamsterbacke è un titolo che fa dell’eleganza il suo punto di forza, e rappresenta un ottimo esempio di design italiano. Benché sia privo di una componente strategica, sul piano tattico è meno immediato di quanto appaia a prima vista, e proprio per questo può dare una certa soddisfazione anche al giocatore navigato.

Plautus

Walter (Plautus) Nuccio è un appassionato di giochi da tavolo e di game design, disciplina della quale ama indagare ed approfondire gli aspetti teorici. Ha partecipato al concorso Miglior Gioco Inedito Lucca Games 2011, arrivando in finale con Evolution.

Un pensiero su “Hamsterbacke: criceti per tutti

  • 3 Giugno 2015 in 10:01
    Permalink

    Confermo, gran bel filler, io lo preferisco quando si gioca in 3-4 massimo.
    Molto più snello da giocare che da spiegare, per quanto sia semplice, quando l’ho
    fatto provare è sempre piaciuto (e qualcuno se lo è pure comprato).
    Bravo Fantavir! :-)

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