Ophiuchus: The Thirteen Constellation – Recensione
di Davide “Canopus”
Titolo | Ophiuchus: The Thirteen Constellation |
Autore | Emilio Zampa |
Lingua versione provata | Inglese |
Editore versione provata | Apokalypseinc games |
Altri editori | – |
Numero giocatori | 1 / 4 |
Durata partita | 30-60 minuti |
Anno pubblicazione | 2015 |
Altri titoli | – |
Meccaniche | Astratto, piazzamento tessere |
Dipendenza dalla lingua | Nessun testo nel gioco |
Prezzo indicativo (in data recensione) | Poco meno di 25€ |
Era quasi ovvio che il nauta che come nick ha il nome di una stella si occupasse di recensire un gioco su sfondo astronomico, anche se dato che si parla di costellazioni dovrei parlare più di astrologia. Ma andiamo con ordine, Ophiuchus: The Thirteen Constellation, da ora semplicemente Ophiuchus per gli amici, è uno dei primi titoli prodotti dalla neonata casa editrice Apokalypseinc. Vale la pena soffermarci per parlare di questo particolare editore in quanto nasce all’interno di un incubatore per startup innovative a Udine. Il perché lo capirete subito dalla loro missione, ossia “elaborare sistemi di intelligenza artificiale e applicarli all’ideazione, sviluppo e produzione di giochi da tavolo innovativi per qualità e concezione”. Il che significa che nel realizzare i loro titoli applicano metodologie matematiche e simili, che non riesco nemmeno ad immaginarle ma sono certo che pure Skynet di Terminator ha iniziato così. Tornando al nostro Ophiuchus, credo che abbiano mantenuto il loro proposito realizzando un titolo semplice ma molto intelligente, e con un paio di aspetti sulla componentistica piuttosto originali. Si tratta di un astratto molto trita-meningi con piazzamento tessere che per componentistica e meccanica di base può ricordare il domino, ma che è molto di più. I giocatori dovranno piazzare sul tavolo le loro tessere simil-domino, piene si stelle, allo scopo di comporre delle sequenze che sono le costellazioni dello zodiaco e forniscono punti vittoria, ma rispettando dei forti vincoli di piazzamento. Vediamo di scendere maggiormente nel dettaglio…
Ambientazione
È un gioco completamente astratto che utilizza delle stelle, raffigurate come cerchietti di 6 tipologie diverse tra colore e dimensione, per implementare una meccanica di costruzione pattern. Ma facciamo un piccolo approfondimento. Perché Ophiuchus? Partiamo dall’inizio, tutti sappiamo che lo zodiaco si compone di 12 segni situati lungo l’eclittica, ossia il percorso apparente del sole nel cielo visto dalla terra. In linea teorica quando una persona nasce il sole si trova in una data zona del cielo corrispondente ad una costellazione e sotto quel segno si nasce. In realtà non è assolutamente così, dato che nei secoli il percorso apparente del sole è cambiato per effetto della precessione, ossia la terra ruotando su se stessa e intorno al sole cambia leggermente e lentamente la posizione del proprio asse. Quindi, in epoca moderna, oltre al fatto che quando nasciamo non è assolutamente detto che il sole sia nella costellazione che ci aspetteremmo, l’eclittica non attraversa più solo 12 costellazioni, ma si è aggiunta una tredicesima costellazione, l’Ofiuco. E cosa sarebbe un Ofiuco? È una delle 48 costellazioni mappate da Tolomeo ai tempi dell’antica Grecia e che mitologicamente è identificato con Asclepio, dio della medicina. Per farla breve, Asclepio riuscì a riportare in vita i morti e Ade, dio dell’oltretomba, andò a protestare da Zeus che fulminò Asclepio con una folgore. Apollo, padre di Asclepio (e di Pollon), si infuriò e Zeus per calmarlo rese immortale Asclepio rendendolo una costellazione; la quale viene raffigurata nel cielo attorcigliata dal serpente da cui imparò a riportare in vita i morti. Ma tutto questo è presente nel regolamento? Assolutamente no, il regolamento inizia brutalmente a spiegare il gioco senza alcun giro di parole, ve le racconto io perché sono terribilmente saccente.
Materiali
La descrizione dei componenti in questo caso deve iniziare dalla scatola. Questa è di dimensioni contenute, nera e molto elegante, ma soprattutto è fosforescente al buio, in corrispondenza del disegno della costellazione dell’Ofiuco. Seguono una montagna di tessere in cartoncino, davvero molto spesso, che possiamo suddividere in 3 categorie:
- Tessere di gioco: 27 tessere che ricordano molto il domino. Sono rettangolari e divise in due quadranti, dove ogni quadrante può contenere da 0 a 6 stelle, tutte diverse tra loro. Le stelle sono raffigurate come cerchietti fluorescenti su sfondo nero e si distinguono per colore e dimensione. Davvero una sciccheria il fatto che lo sfondo delle tessere non sia proprio nero, ma rappresenta con linee grigie lo sfondo di un planisfero stellare. Alcune tessere possono sembrare con uno sfondo leggermente più chiaro di altre, ma non credo sia un errore di stampa, piuttosto la zona del planisfero stellare dove passa la via lattea.
- Tessere costellazione: sono 13, i 12 segni zodiacali più l’Ofiuco. Rappresentano gli obiettivi da raggiungere durante il gioco per fare punti. Gli obiettivi sono tutti sullo stile di comporre un sequenza di stelle di data tipologia. Le sequenze di stelle sono di quattro modalità: 3 stelle di tipologia precisa, tipo i Gemelli che prevede 3 stelle gialle; un certo numero di stelle identiche in fila, tipo lo Scorpione che prevede 4 stelle identiche; sequenze di stelle diverse, come l’Ariete che prevede 4 stelle diverse tra loro in fila; e per concludere 4 stelle dello stesso tipo piazzate in 4 quadranti posizionati a quadrato, solo la Vergine ha questa caratteristica. Per ogni tessera sono indicati i punti, ovviamente combinazioni più difficili forniscono più punti.
- Gettoni premio: sono 12 gettoni tondi utilizzati in una particolare variante e valgono un punto a fine partita.
Setup e regolamento
Il setup è davvero semplice e si risolve in pochissimi minuti: consiste nel distribuire 3 tessere di gioco a giocatore, mettere le 13 tessere obiettivo scoperte sul tavolo e una tessera di gioco scoperta al centro tavolo. È presente una variante più strategica in cui è possibile distribuire tutte le tessere ad ogni giocatore già all’inizio, eliminando l’effetto casuale della pesca. Il regolamento è chiaro e semplice, si tratta di un semplice pieghevole, e le regole sono spiegate soprattutto tramite esempi. Manca però un chiaro esempio della composizione di un obbiettivo con stelle non propriamente definite, tipo 4 stelle uguali e 5 stelle diverse tra loro, questo può dare qualche dubbio alla prima lettura del regolamento. Per la spiegazione delle regole si considerino meno di 5 minuti.
Meccaniche
Partiamo dal presupposto più importante, come si costruiscono le sequenze? Molto semplice. A turno ogni giocatore piazza una tessera dalla sua mano sul tavolo seguendo particolari regola di piazzamento, alcune non immediatissime all’inizio. Se non è in grado di piazzare passa la mano. Lo scopo è comporre un pattern di stelle, che in 12 casi su 13, è una sequenza lineare. Le stelle necessarie devono essere presenti una per quadrante: quindi se servono 6 stelle diverse per un obiettivo non si può piazzare una tessera con 6 stelle diverse nello stesso quadrante e via, le 6 stelle devono essere presenti una per quadrante in sequenza.
Le regole di piazzamento sono:
- Ogni nuova tessera giocata deve essere adiacente per un lato a quelle già presenti nell’area di gioco.
- Tutta l’area di gioco deve stare all’interno di un quadrato di 9×9 quadranti.
- Nel piazzare le tessere non si possono lasciare “buchi” all’interno dell’area di gioco.
- La somma delle stelle di ogni quadrante per fila non deve superare il 13, ma i quadranti senza stelle interrompono la sequenza e il conteggio. Nel caso si verifichi la condizione delle 13 stelle in una riga, è presente una variante che permette all’ultimo giocatore che ha piazzato la tessera di prendere un gettone bonus.
Le regole di piazzamento sembrano semplici ma tendono molto a confondere nelle prime partite, soprattutto perché vi troverete spesso a contare i quadranti per l’area di 9×9 e le stelle sui quadranti per la regola del 13. Considerando che le stelle dei quadranti arrivano fino a 6, nelle prime partite avrete l’effetto Enterprise che entra in curvatura, con le stelle che vi vengono incontro minacciose. Superata questa sensazione però, già alla seconda partita ci avrete fatto l’occhio e non avrete problemi.
Terminata la fase di piazzamento si verifica se si è riusciti a soddisfare un obiettivo e si può reclamare una tessera costellazione. Nel caso in cui si sono soddisfatti obiettivi multipli, si deve comunque scegliere una sola tessera costellazione. La partita termina quando sono terminate le tessere costellazione oppure al termine del turno in cui tutti i giocatori hanno passato. Si procede a sommare i punti degli obiettivi in proprio possesso e dei gettoni bonus, sottraendo però 2 punti per ogni tessera di gioco ancora in mano al giocatore, praticamente che non è riuscito a piazzare. Ovviamente il vincitore sarà colui che ha accumulato più punti.
Il meccanismo di conteggio dei punti è piuttosto semplice e per ora non mi è mai capitato di vedere un giocatore non piazzare tutte le tessere. Piuttosto, alcuni obiettivi sono davvero difficili, se non impossibili da raggiungere con il regolamento base. Per esempio l’Ofiuco richiede una sequenza di 6 stelle identiche, ma considerando che le stelle possono essere massimo 13 per riga si capisce che è un’impresa. Quindi spesso si lasciano sul tavolo 3 o 4 tessere costellazione corrispondente agli obiettivi più difficili. Però con la variante in cui il giocatore riceve già ad inizio partita tutte le tessere che andrà a posizionare è possibile realizzare una sorta di pianificazione strategica e diventa anche un po’ più semplice arrivare a prendere gli obiettivi più complicati, soprattutto in due giocatori.
Conclusioni
Grafica e componentistica | A livello di componentistica, già dalla scatola ci troviamo davanti ad un prodotto ben curato, il fatto che si illumini al buio è davvero una sciccheria. Si rimane leggermente delusi quando si apre la confezione in quanto i gettoni bonus sono dispersi per tutta la scatola e la cosa fa storcere leggermente il naso. Il materiale è cartoncino di ottimo spessore, ad eccezione dei gettoni bonus che sono più fini ma comunque assolutamente accettabili. Le tessere costellazione sono molto grandi, da un lato è positivo perché danno una bella sensazione di riempimento anche solo a tenerle in mano, dall’altro rendono il titolo un po’ ingombrante per essere un astratto. In una condizione diversa avrei trovato la grafica spartana, ma la presenza sullo sfondo delle tessere delle linee del planisfero astrale, dona uno stile curato e raffinato. Segnalo che per le prime partite le stelle sulle tessere potrebbero sembrarvi poco leggibili e non piacervi esteticamente. Ma è come la birra: dopo qualche assaggio, o partita, vi piacerà una sacco e non avrete alcun problema. |
Ambientazione | Inesistente. Non pensate assolutamente che vi verrà da urlare “fulmine di Pegasus” quando giocate la tessera decisiva per un obiettivo. Ophiuchus è un titolo sofisticato, uno di quelli che potrebbe giocare il capitano Picard mentre sorseggia una tazza di Earlgrey (visto che siamo in tema spaziale). Però un qualche trafiletto introduttivo nel regolamento giusto per spiegare il perché di questo gioco, tipo cos’è l’Ofiuco, sarebbe stato davvero molto gradito. |
Manuale | Come detto inizia in modo brutale spiegando subito che fare. Niente condimenti o giri di parole. Può essere un bene ma l’ho percepito un po’ ‘crudo’. È veloce da leggere e semplice da capire. Però ho trovato una piccola pecca negli esempi, spiega solo come costruire una sequenza di 3 stelle definite. Questo può lasciare qualche dubbio nei giocatori meno esperti che si chiederanno se è possibile costruire una sequenza di 6 stelle diverse piazzando semplicemente una tessera con 6 stelle in un quadrante. Certo, rileggendo si capisce subito che non è così, però intanto un piccolo dubbio può lasciarlo. |
Meccaniche e dipendenza dal caso | Gioco di piazzamento assolutamente astratto, spremi-meningi e molto matematico. Se guardiamo al regolamento di base può lasciare delusi: è dominato molto dal caso e ci si ritrova verso fine partita a non poter più prendere obiettivi perché troppo complessi (alcuni secondo me sono praticamente impossibili) e, quindi, si piazzano noiosamente le tessere sul tavolo aspettando la fine del gioco per non restare con tessere in mano (cosa comunque abbastanza rara). Le varianti aggiustano decisamente il tiro aumentando tantissimo l’aspetto strategico. La possibilità di prendere punti bonus per sequenze di 13 stelle mantiene alta l’attenzione anche se ci si trova in situazioni in cui rimangono solo obiettivi irraggiungibili, però qualche gettone in più non sarebbe stato male. Mentre la possibilità di avere già davanti a se tutte le tessere che si andranno a piazzare elimina quasi del tutto la componente casuale rendendo il titolo un’avvincente sfida strategica e di pianificazione, dando la possibilità di acquisire anche obiettivi complicati se si gioca con intelligenza e sul lungo termine. Inutile dire che le due varianti sono necessarie. |
Interazione tra i giocatori | Molto elevata e non solo indiretta. Non è semplicemente una sfida a comporre sequenze più velocemente degli altri, si deve anche avere l’occhio per capire quando è conveniente interrompere una sequenza altrui con una propria tessera senza però andare a danneggiare se stessi rallentando la propria strategia. |
Originalità | Può assomigliare a giochi matematici già visti, ma le regole di piazzamento e le stelle da contare e con cui comporre sequenze è un ‘connubio’ che lo rendono molto particolare. |
Longevità | Qui dobbiamo fare una precisazione. Di solito gli appassionati di astratti percepiscono la longevità in modo diverso dai boardgamer classici. Questo dipende dal fatto che i secondi guardano molto di più le condizioni a contorno (tipo forma del tabellone, obiettivi da raggiungere, ecc.) dei primi. Probabilmente qualche costellazione in più e il fatto che non tutti gli obiettivi entrassero in gioco, avrebbero donato uno sprint in più anche per chi non è un astrattofilo. |
Scalabilità | L’idea che mi sono fatto da subito è di un titolo per 2 giocatori adattato ai 4. Non che giri male in 4 o in 3, ma secondo me da il massimo in 2. Per esempio, prendendo in considerazione la variante in cui ogni giocatore parte dall’inizio con le tessere che andrà a piazzare, in 2 sembra quasi di giocare a scacchi. Questo perché in 2 il giocatore ha informazioni sia sulle proprie tessere che su quelle dell’avversario, se ha una buona conoscenza del gioco. Il gioco diventa completamente deterministico. Mentre in 4 si hanno meno tessere davanti e non si sa esattamente chi ha cosa, inoltre due tessere sono nella riserva, quindi dei dati in meno. In 3 o 4 giocatori diventa un titolo tattico in cui è difficile impostare strategie di lungo termine. |
Impressioni giocatori | Per prima cosa devo specificare che, nonostante la durata della partita, questo gioco non è un filler. Non è il titolo che si tira fuori a fine serata per una partita in relax. È troppo matematico e cerebrale, per cui serve un gruppo di gioco propenso a sfide astratte e impegnative, con giocatori che non si facciano cogliere facilmente da paralisi d’analisi. In tutti i casi che l’ho proposto, chi era alla prima partita si è sentito spaesato da tutti quei puntini colorati e a molti non ha ispirato. Chi è andato oltre la prima partita però ha quasi sempre apprezzato molto, trovandosi già alla seconda partita decisamente più a suo agio e focalizzato sulle proprie azioni. Forse, dato che si deve stare dentro una griglia di 9×9 quadranti, avere una plancia a griglia avrebbe aiutato molto chi approccia il gioco per la prima volta. |
Giudizio personale | Ammetto che anche io alla prima partita ho avuto problemi, ma dalla seconda ho apprezzato tantissimo il gioco e lo trovo molto avvincente e stimolante in due. Personalmente, considero il regolamento di base come una specie di regole semplificate per imparare. Consiglio di partire da subito con una variante, in particolare se si gioca in 2 date subito ad inizio partita tutte le tessere ai giocatori, mentre in 3 o 4 utilizzate i gettoni bonus. Inoltre le sciccherie come la scatola fosforescente e il planisfero di sfondo sulle tessere le ho gradite molto. Non prendetemi per un superficiale, la meccanica è sicuramente il cuore di un gioco, ma anche questi piccoli dettagli sono importanti per generare curiosità nel provarlo, propensione a giocarci e soddisfazione nel parlarne e proporlo agli amici. |
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Pro |
Contro |
Assolutamente avvincente e scacchistico in 2 se si utilizza la variante giusta. | Qualche obiettivo in più e un meccanismo per non farli entrare tutti in gioco ad ogni partita avrebbero migliorato la longevità anche per i non astrattofili. |
Sciccherie di stile come la scatola fosforescente o lo sfondo elegante delle tessere. | Le tessere costellazione sono sicuramente molto belle, ma rendono il gioco un po’ ingombrante per essere un astratto. |
Materiali molto buoni. | In 4 servirebbe qualche gettone bonus in più. |
Meccanica molto matematica e con due varianti che la rendono adattabile ai diversi gusti dei giocatori. Sfida complicata e appassionante in tempi contenuti. | Manca un esempio con una sequenza di stelle non definite nel regolamento, e magari anche un piccolo trafiletto introduttivo. |