Walking in Burano | Recensione

| Impressioni

Graficamente Walking in Burano è molto attraente e colorato, e quando apparecchiato, a fine partita, manda decisamente in sollucchero il mio senso estetico. Sembra effettivamente un’illustrazione di un vicolo di Burano. Per quel che riguarda i materiali, le carte non mi danno l’impressione di grande resistenza e, anche se non mi è ancora accaduto, danno l’impressione di dover essere imbustate per evitare che si rovinino i bordi. Altra cosa che ho notato è che le carte tendono ad appiccicarsi: ogni volta mi viene un infarto pensando di averne perse un paio da qualche parte e invece si sono semplicemente attaccate tra loro. Stranamente però scorrono bene mentre si mescolano.

Walking in Burano è sostanzialmente un astratto. Ma comunque vi dirò che tale ambientazione non è completamente slegata dalle meccaniche. Da turista che ha frequentato diverse volte Burano posso dirvi che l’impatto estetico aiuta a percepire il fatto di essere nell’isola (decisamente di più di quanto Azul ci faccia sentire in Portogallo o Sagrada a Barcellona). Ma confesso anche che se si fosse chiamato Amsterdam o Alsazia probabilmente avrei scritto la stessa cosa. Il manuale non da molte informazioni, anzi, direi che l’idea del tipo “vai e ridipingi Burano”, oltre ad essere comica è un po’ spaziante. Ultima nota che segnalo è la presenza di Babbo Natale come abitante di Burano, ovviamente da 3 punti per ogni camino, ma sinceramente stona completamente, avrebbero potuto scegliere chiunque altro e più inerente al contesto, da Casanova a Super Mario.

Mediamente ben realizzato. Certo, le regole non sono tante ma alcune possono essere un po’ fraintendili, come quella della presa delle carte. Ogni dubbio che ho avuto comunque è stato soddisfatto dagli esempi presenti. Avrete però notato che ho usato l’avverbio “mediamente”, questo perché sarebbe stato utile un esempio di calcolo del punteggio, dato che nelle prime partite ho dimenticato che i turisti forniscono 2 punti vittoria addizionali, nota scritta piuttosto in piccolo. Molto utili le carte di aiuto al giocatore che forniscono una descrizione degli effetti di tutti i personaggi. Unica nota dolente, presentato ad alcuni gruppi di gioco molti hanno sentito il bisogno di avere anche i costi di edificazione stampati nell’aiuto al giocatore.

Walking in Burano - Esempio piano regolatoreStranamente non ho sentito molto l’effetto del caso: è vero che il primo giocatore ha sempre il vantaggio di scegliere tra più carte, ma è anche vero che la carta centrale è bloccata e se si vuole raccoglierla si deve rinunciare ad una moneta. Questo particolare è importante perché spesso durante la partita ad un certo punto vi mancheranno monete per costruire in fretta quello che vi serve e vi capiterà di dover eseguire dei turni pescando solo una carta e 2 monete per fare cassa, e poi due carte e una moneta per edificare. Questa scelta non sarà indolore e vi porterà a rallentare o a scartare carte dalla vostra mano. In effetti, questo pattern, che ho notato ripetersi frequentemente nelle partite, dopo un po’ inizia a dare noia e senso di ripetitività. A livello di monete Walking in Burano può essere piuttosto stretto. I personaggi, tra turisti e abitanti, sono tutti piuttosto equilibrati, tolto un paio di abitanti che mi sono apparsi meno potenti e inseriti probabilmente come paracadute d’emergenza. Altro sistema di “sicurezza” sono i gettoni piano regolatore: a mio parere sono troppi, probabilmente inseriti per non rendere troppo stretto il gioco e farlo piacere anche ad un pubblico più “casual”. Durante la partita ho trovato decisamente troppo larga la presenza di ben 4 gettoni e di fatto sono utilizzati come emergenza all’ultimo turno per riuscire a finire in extremis una propria casa. Credo che la presenza di 5 personaggi sia necessaria per poter competere per la vittoria durante il conteggio finale. Le meccanica di sottrazione di punti per le finestre sbarrate mi ricorda molto Mondo e Il Piccolo Principe e l’ho trovata in un certo senso un plus non strettamente necessario, ma non fastidioso.

Walking in Burano presenta esclusivamente interazione indiretta, e non poi così elevata (sentirete i covoni muoversi mentre giocate). È molto difficile controllare cosa stanno facendo gli avversari o prevederne le mosse, a parte forse la presenza di finestre sbarrate, questo lo rende un titolo solitario dove la sparizione di carte utili è frutto della fatalità del momento che da un atto premeditato.

Come detto il fatto che si manifesti molto spesso, se non sempre, questo pattern di essere in calo di monete e ripetere le stesse azioni in circolo mi annoia un po’. Ma molto probabilmente è una questione di gusto personale.

Walking in Burano, a mio parere, rende il massimo in 4 per la maggiore possibilità di scelta tra le carte. In 2 rende comunque molto bene grazie ad un meccanismo per cui le carte più a destra sono scartate al termine di ogni round: la scelta rimane stretta ma almeno c’è un buon turn over di carte. Mi ha sorpreso molto positivamente la modalità in solitario, dove oltre a sparire le carte più a destra viene eliminata una carta personaggio al termine di ogni round. La partita così si configura come una corsa a tempo: dato che nessuno può rubarvi le carte avrete anche un buon controllo su cosa verrà eliminato dall’area di gioco aggiungendo una ulteriore dimensione strategica. Personalmente l’ho trovato più interessante in solitario che con altri giocatori.

| Conclusioni

Mi sono avvicinato a Walking in Burano carico di grande curiosità sia per il luogo dell’ambientazione che per l’impatto estetico che non mi dispiaceva. Dopo, confesso, un veloce raffreddamento delle mie aspettative già dalla seconda partita, l’ho riscoperto in modalità in solitario, tant’è che ormai gioco prevalentemente in questo modo. Lo trovo molto avvincente e strategico, anche se essendo una sfida a punti con me stesso ritengo che finirà per stancarmi a breve. Il problema più grosso che ho riscontrato è il prezzo, pensate che costa un po’ di più di Minute Realms e molto più di Pocket Mars, due titoli con cui potrebbe essere paragonato alla larga e con un simile livello di complessità delle regole. Forse il rapporto prezzo/prestazioni è il vero tallone d’Achille di questo titolo. Le meccaniche sulla carta funzionano e sono decisamente robuste, ma dopo la terza partita vengono affrontate in un modo un po’ tiepido, complice soprattutto la bassa interazione e la grande presenza di gettoni piano regolatore. Sconsigliatissimo per un acquisto alla cieca, ma se avete amici a cui piace Venezia sarà sicuramente intrigante.

Grafica molto bella ed evocativa dell’ambientazione. Le carte non sembrano molto solide e tendono ad appiccicarsi.
Ottima meccanica di gioco in modalità solitaria. Bassa interazione.
Ambientazione non del tutto slegata dalle meccaniche. Prezzo un po’ eccessivo.

Canopus

Giocatore per passione, german di vocazione, non dico di odiare la presenza del caso nei giochi ma io e la dea bendata abbiamo rotto molto tempo fa e non siamo rimasti proprio in buoni rapporti. Divoratore di fumetti, anime, serie televisive, giochi e soprattutto buon cibo; appassionato di viaggi e buon cibo; ho una natura curiosa e sono fiero di essere un ossessivo compulsivo (ma pure un po’ convulsivo) per schematizzazioni e analisi, oltre che… un amante del buon cibo. Ok, mi piace il buon cibo! Scrivo prevalentemente recensioni e sono specialista delle moderne tecniche di management, come il pungolo elettrico, che utilizzo con i nauti. Gioco come non ci fosse un domani!

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