Star bene a tavola: le buone maniere al tavolo da gioco (dei nauti)

di “Gioconauta”

Il mondo è bello perché è vario recita un detto popolare ma più che con la bellezza dobbiamo molto più spesso fare i conti con il buon vivere insieme. Quando personalità e modi di ragionare diversi si trovano a condivivere un momento in comune non è facile andare d’amore e d’accordo su tutto e per tutto il tempo. E il gioco da tavolo non fa certo eccezione. Pensate solo che agli autori di Quarriors! è venuto in mente di scrivere nel regolamento del proprio gioco anche delle regole di buona etichetta per il lancio dei dadi (ribattezzandola dicechette) così da risolvere situazioni che potrebbero portare a discussioni durante la partita. Partendo da questo spunto, chiacchierando fra noi nauti sono emerse diverse situazioni che nell’arco degli anni e nelle numerose esperienze vissute ci hanno portato a situazione antipatiche e a volte difficili: silenzi imbarazzanti, occhiatacce, commenti sarcastici e chi più ne ha più ne metta.
Alla fine siamo arrivati ad una nostra personalissima idea di buone maniere che secondo noi sarebbe bello si seguissero attorno al tavolo da gioco. Ovviamente si tratta di considerazioni nate dalla nostra esperienza che non necessariamente potranno coincidere con le vostre, anzi… Per questo già da ora vi invitiamo ad aggiungere le vostre personali o a farci presente particolari che secondo voi stonano o che abbiamo trascurato e che meritano di essere inseriti così che il tutto non si fermi alla fine dell’articolo ma prosegua con voi e le vostre osservazioni.

Ma cominciamo dalle nostre.

Onestà sempre: lo sappiamo, è banale, eppure è la base di tutto, la base da cui partire per giocare insieme è mostrare rispetto per gli altri che siedono attorno al tavolo. Non lasciamoci tentare, siamo sempre onesti dall’inizio alla fine. Le partite avranno così un sapore sempre appagante sia nella vittoria che nella sconfitta. E poi farsi sorprendere mette in difficoltà non solo chi non ha rispettato le regole, ma soprattutto chi ha notato la cosa e non sa se riferirla o meno.

Prestiamo attenzione a chi spiega il gioco: introdurre e spiegare un gioco a chi ancora non lo conosce è sì un piacere ma anche uno sforzo. Diamo allora valore e considerazione alla fatica di chi ci fa questa cortesia. Evitiamo di perderci dietro ad altre cose, soprattutto ai cellulari che spesso risultano la prima fonte di distrazione non solo nella fase di spiegazione ma anche nel corso della partita. Dall’altra parte, quando spieghiamo un gioco cerchiamo di trasferire i concetti fondamentali e di non essere prolissi così che l’approccio alla prima partita possa essere il più facile possibile per chi ancora non conosce il gioco.

Quando iniziamo una partita, portiamola a termine: salvo che si tratti di partite in solitario, o che chiaramente non sia strettamente necessario, cerchiamo di finire sempre una partita così da non sminuire l’esperienza di gioco agli altri che siedono con noi al tavolo. Certo ci sono giochi che permettono l’ingresso e l’uscita dei giocatori durante la partita, ma in generale crediamo sia una buona cosa iniziare insieme e finire insieme.

Diamo sempre il massimo anche se la vittoria non è più raggiungibile. Si sa, le motivazioni vacillano quando i giochi sono ormai fatti, ma non per questo dobbiamo mollare e rinunciare a fare il massimo che possiamo con quello che abbiamo e con i turni che ci restano. Non siate mai rinunciatari e date il meglio di voi fino all’ultimo. Sarà in ogni caso utile per le partite future e renderà la partita più veritiera.

Dare il massimo… in tempi accettabili. I tempi morti per alcuni nauti sono un dramma (qualcuno ha detto Doc?). A volte non è facile giocare con giocatori pensatori o affetti da analisi\paralisi. E’ vero che ci sono casi in cui alcuni giochi più di altri spingono a ragionamenti complessi e quindi la tolleranza dell’attesa diventa giustamente più ampia come altri casi invece che contemplano azioni in simultanea e dove per questo il “problema” non si pone, ma quando i minuti scorrono per un gioco che pensiamo non implichi particolari ragionamenti, il disagio inizia a farsi sentire. Bilanciare buone scelte e tempi ristretti non è un’impresa facile, tutt’altro… e non abbiamo nemmeno la ricetta magica con cui superare la cosa. In generale però se siamo pensatori, avvisiamo prima gli altri giocatori che siamo persone riflessive e magari cerchiamo di sfruttare i tempi morti avversari per elaborare già le nostre ipotetiche scelte quando sarà il nostro turno. Dall’altra parte, cerchiamo di non mettere pressione o fretta a chi sta svolgendo il proprio turno, evitiamo sguardi di morte o palesi atteggiamenti di intolleranza così da non far sentire la persona a disagio e da non farle perdere ulteriore tempo rischiando magari di fargli scegliere con superficialità. Poi se nel vostro gruppo usuale di amici vi piace prendervi in giro per situazioni del genere, allora tutto questo diventa semplicemente divertimento e il problema di per sè non esiste più.

Commentare o suggerire? Meglio quando il turno avversario è finito. Pensiamo che lasciare che ognuno ragioni con la propria testa senza farsi imboccare o confondere dal pensiero di altri giocatori sia la cosa migliore per una partita appagante. Anche in questo caso, ci sono giochi invece che chiedono appositamente l’intromissione degli altri vedi ad esempio quelli in cui ci sono trattative commerciali (Coloni di Catan o Traders of Genoa giusto per citare due titoli conosciuti). Esclusi questi però il silenzio nel turno degli altri per i nauti è d’oro.

Quando è già iniziato il turno del giocatore successivo cerchiamo di non chiedere di rivedere le nostre mosse. E’ forse una delle cose che abbiamo visto risultare fra le più antipatiche e poco tollerate. Se abbiamo sbagliato o ci siamo dimenticati di qualcosa, non scarichiamo le nostre mancanze sugli altri ma assumiamoci la resposabilità dei nostri errori, rimedieremo il turno dopo, o in un’altra partita. Chiedere di tornare indietro dopo che qualcuno ha già iniziato e quindi svelato le proprie azioni è un comportamento poco elegante oltre che forse poco corretto visto che si ha a disposizione un’informazione in più che prima non si aveva (ovvero la mossa del giocatore successivo).

Buon senso, sempre: situazioni dubbie, regole sbagliate o interpretate male, dadi in bilico, segnalini spostati per errore… i momenti di difficoltà non mancano mai durante le partite e non possiamo certo preventivarli tutti. Per questo allora cerchiamo di trovare una soluzione assieme agli altri che faccia contenti tutti o che sia perlomeno accettabile. Cerchiamo di venirci incontro e di essere pragmatici. Non trasformiamo il piacere di una serata insieme in un momento di delusione, fastidio o disagio. Siamo sempre al tavolo per divertirci e appassionarci e stare bene con gli altri giocatori.

…ce ne sono sicuramente altre ma queste probabilmente sono quelle che per quanto visto sui tavoli da gioco in questi anni sentiamo di più come nostre. E le vostre invece? Vi rispecchiate o vi trovate lontani da tutto questo? Che cosa manca e cosa è superfluo o non vi appartiene? Se volete lo spazio qui sotto è sempre a vostra disposizione per le vostre osservazioni e critiche.

 Buon gioco a tutti.

18 pensieri riguardo “Star bene a tavola: le buone maniere al tavolo da gioco (dei nauti)

    • 4 Novembre 2015 in 10:09
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      Guarda visto che mi parli di dadi, ti rispondo con la citata “dicechette” di Quarriors! Se non ricordo male una delle regole recita:”on the table, please”. Questo a indicare che i dadi non devono essere lanciati in giro per la stanza ma devono terminare la loro corsa sul tavolo da gioco.

      • 4 Novembre 2015 in 13:10
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        Hahaha! Questo mi ricorda un vecchio regolamento di Warhammer 40,000 in cui veniva detto che il dado fuori dal tavolo era sempre un colpo mancato, spiegando: “Se non sei in grado di centrare il tavolo con il dado, come speri che i tuoi modelli riescano a centrare il bersaglio?”

      • 4 Novembre 2015 in 13:27
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        E te lo dice il Doc che è il PEGGIOR tiratore di dadi della storia! Lui il tavolo lo centra, ma centra anche cose e persone tutt’intorno. Una volta Maledice ci è finito all’ospedale per un suo 6. KRROOOMMM

      • 4 Novembre 2015 in 17:26
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        Il sistema perudo è molto buono per questo tipo di problemi. Restando sotto il bicchiere è difficile che scappino e basta scoprirli….

        Il più è acquisire la tecnica per un buon lancio di dadi alla perudo… :D

  • 4 Novembre 2015 in 11:41
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    Ammetto che questa cosa riguarda più il preludio al gioco, ma spesso mi accorgo di quanto sia importante appagare i palati ludici di tutte le persone al tavolo, e quindi di dover discutere su giochi che non trovano posto al tavolo per la mancanza di ragionevolezza di alcuni giocatori, che vuoi per un brutto primo impatto, vuoi per una rigidità di pensiero costringono a volte i gusti degli altri giocatori… Non so se mi sono ben spiegato purtroppo…

    • 4 Novembre 2015 in 11:48
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      Ciao Ghost. Si ho capito cosa intendi. Una situazione simile ma per ragioni un po’ di verse l’avevo con un mio gruppo di gioco e l’avevamo risolta con la regola “il re della serata”. Nel senso che ogni volta che ci trovavamo a giocare ogni volta a turno un giocatore era “il re della serata” e tale persona sceglieva il gioco senza discussioni da parte degli altri. L’avevamo introdotta principalemnte per due ragioni: la prima è che molto spesso perdevamo una buona mezzora a scegliere il gioco, la seconda è che per cercare di non dispiacere nessuno si finiva con il giocare sempre ai soliti titoli. E devo dire che se è accettata dal gruppo, funziona come deve.

  • 4 Novembre 2015 in 13:11
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    e se mi sono dimenticato di prendere quel cubetto di risorsa data da quell’abilità speciale di quel edificio, e prenderlo non influirebbe sui turni gia svolti???

    • 4 Novembre 2015 in 13:19
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      … al tavolo dei nauti prenderesti la risorsa per semplice buon senso: si tratta di qualcosa che ti spetta non di qualcosa che hai sbagliato a fare.

  • 4 Novembre 2015 in 14:32
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    Ne aggiungo una anche io:

    TOVAGLIOLI – Spesso durante le partite compare in tavola qualcosa da sgranocchiare tra un turno e l’altro. Il più delle volte si tratta di Patatine. Ora, le Patatine Fritte hanno insita in loro stesse una combo letale per i giochi da tavolo: IRRESISTIBILITA’ e UNTUME. Così mentre tutte queste mani vanno e vengono dalla ciotola alla plancia o alle carte, il proprietario del gioco è costretto a dirottare la propria concentrazione su quell’unica parola che cerca disperatamente di trattenere: TOVAGLIOLI!

    • 4 Novembre 2015 in 19:54
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      Straquoto! Aggiungo che non mi trovo molto d’accordo con la regola “Quando iniziamo una partita, portiamola a termine”: se vedo che ai miei amici il gioco non garba, sono il primo a dire “ok, finiamola con il prossimo turno”. Prima viene il divertimento del gruppo, poi il mio.

  • 4 Novembre 2015 in 21:41
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    Quoto ditadinchiostro, ma sono più severo in tal senso. Niente patatine! E niente bevande al tavolo, che cadono sui token di Seasons e li bagnano… brutti ricordi.

  • 5 Novembre 2015 in 22:58
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    D’accordissimo sul cibo… regola da aggiungere… si mangia alla fine o all’inizio dell partita (E se dura tanto… beh ci si trova per giocare, non per mangiare! Lo so, sono un talebano).
    Un altro suggerimento è: Il campo di gioco NON è la vita. E’ importante non miaschiare i due ambiti per cui possiamo massacrare anche il nostro miglior amico. A nessuno piace perdere ovvio ma, chiusa la scatola, amici come prima (anche se mi hai sconfitto).
    p.s. ah… i dadi per terra NON valgono, dai!

  • 7 Novembre 2015 in 12:18
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    io sono un talebano ma il primo che al tavolo non gioca per vincere, gioco per divertirmi, forse per trascorsi da Dungeon Master e Custode di D&D e Chtulhu, ancor più per far divertire i miei amici o la compagna.
    se vedo che mi diverto solo io odio bandirlo dalle scelte perchè se è lì, nella mia ludoteca un motivo ci sarà, no?! ma cosa posso farci? si chiamano giochi di società perchè si fanno insieme… e quanti di loro così videro la porta…

    Quoto tutti i punti dell’etichetta e confermo anche quelli aggiunti nei commenti… le patatine FRITTE con i giochi… no no… non ci siamo.

    secondo me dovrebbe essere aggiunto un ulteriore punto:
    OSPITALITA’ DEL PROPRIETARIO quando è la prima volta che giochi a un gioco con un gruppo e magari tu sei ferrato su quel titolo, devi impegnarti per rendere l’esperienza degli altri appagante e divertente, non giocare troppo duro come se fossi a un campionato del mondo e sopratutto favorire chi vedi che ha più difficolta, oltretutto altrimenti è una vittoria a mani basse. (penso a giochi di dungeon crawling piuttosto che strategici o di piazzamento dove se il master o signore oscuro sfoderasse il suo vero potenziale vedrebbe gli eroi perennemente spazzolati a terra.)

  • 12 Novembre 2015 in 21:53
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    Io provo ad aggiungere un altro punto dell’etichetta da gioco (secondo me). Se proponi un gioco di cui hai ampia conoscenza a un gruppo che non lo ha mai provato è buona norma fornire a inizio partita una serie di “buone pratiche tattiche” … un po’ come con Russian Railroads sai che non puoi portare a termine tutte le tratte ferroviarie e il percorso dell’industria ma devi concentrarti solo su alcune di esse; che è bene ottenere i vantaggi di almeno un paio di gettoni “?”, ecc. ecc.
    Queste informazioni le puoi tenere per te e quindi “vincere facile”, però non è onesto (e qui si torna al punto 1 dell’elenco dei nauti).

    Ricordo una serata in cui mi spiegarono per la prima volta “Principi di Firenze”. Per me era la prima partita e gli altri l’avevano giocato più volte. Chiesi quali strategie erano le migliori e mi dissero “Eeeeh! Devi scoprirlo da solo”. Ovviamente persi in maniera disastrosa.

    • 12 Novembre 2015 in 22:14
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      Sono d’accordo con te in parte, perché secondo me fai riferimento a 2 casi diversi. Le “buone pratiche tattiche” posso anche suggerirtele in un german tosto. Un suggerimento iniziale tipo: “occhio a non perdere mai di vista le monete!” a mio avviso ci sta. Ma se tu mi chiedi: “quali sono le strategie migliori?” sì che ti rispondo “meglio se le scopri da te”, per 2 motivi:
      1) le vie per vincere dovrebbero essere varie, soprattutto se il gioco è bilanciato, e quelle che ritengo essere valide io, seppure da “esperto”, potrebbero non esserle per te o adattarsi al tuo gioco;
      2) tu che sei nuovo avrai ben più gusto a scoprirle da te, per godere appieno di una nuova esperienza di gioco, anziché farti condizionare da qualcosa già digerito da altri.
      Posso pensare che proprio questo intendessero i tuoi amici al tavolo con quella risposta. Io non suggerirei non perché da “esperto” voglio stravincere contro di te, ma proprio perché sia tu da “novizio” a godere appieno dell’esperienza di gioco e di cosa puoi impararne. Poi, dopo la partita, viene il bello di commentare assieme le strategie individuate. Non pensi?

      In ogni caso non chiamerei in caso la disonestà in questi casi. Per disonestà intenderei solo tentare di nascosto di contravvenire alle regole.

  • 23 Maggio 2016 in 18:36
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    Aggiungo: Mettevi in gioco!
    A volte da propositore di nuovi giochi mi trovo davanti a resistenze e paure… Il gioco ha proprio questo scopo, mettervi alla prova divertendovi! Quindi buttatevi! Al massimo non ci sarà una seconda partita.

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